Dal souvenir senza valore di un viaggio che non abbiamo mai dimenticato, alle fotografie del nostro primo amore; da una casa che ormai ci va troppo stretta, a un lavoro in cui non ci riconosciamo più; da un rapporto che si è usurato, fino a una persona cara che ci ha lasciati…
Lo spettro delle «cose» che nel corso della vita dobbiamo lasciare andare è amplissimo. Si tratta senza dubbio di situazioni molto diverse, il cui valore non è paragonabile, e tuttavia l’esperienza che in questi casi ci troviamo ad affrontare ha degli aspetti simili, di cui è importante avere chiara consapevolezza. Soprattutto se si considerano i problemi che possono derivare dall’incapacità di lasciare andare, a livello mentale e anche a livello fisico. Se in questi momenti, che possono essere cruciali come una separazione o un lutto, o comunque stressanti come un trasferimento o un trasloco, interrompiamo la comunicazione con il centro del nostro essere – per rabbia, per paura, per rancore –, i blocchi energetici che ne derivano possono letteralmente avvelenarci la vita, talvolta persino per sempre.
Il nuovo libro di Rossella Panigatti ci aiuta a capire con precisione cosa succede in questi casi, offrendoci la conoscenza e gli strumenti per fronteggiare con seria leggerezza le svolte della vita e per liberarci da tutto ciò che ci trattiene da una piena realizzazione di noi stessi.
Rossella Panigatti è nata a Milano, dove si è laureata in Scienze politiche. Si è occupata di marketing e comunicazione, finché un’ernia al disco e una forte depressione l’hanno avvicinata alla prospettiva energetico-spirituale. Ha ideato la «Comunicazione Energetica Integrata» (Com.E. In.) e tiene corsi e seminari in tutte le regioni italiane. Nelle edizioni TEA sono apparsi I sintomi parlano (best seller da 100.000 copie vendute), Guariti. Storie vere di chi ha scelto la salute, La comunicazione vitale, Le emozioni parlano, La paura della paura, La fame d’amore, il DVD Le relazioni energetiche e il romanzo AnimaMagica.
«Viviamo in un mondo oggettivamente pesante, per ciò che ci accade direttamente, per la pressione a cui siamo sottoposti, per ciò che vediamo accadere fisicamente e virtualmente intorno a noi. Spesso abbiamo l’impressione di essere impotenti: non è così. Rimanendo centrati, aperti e consapevoli possiamo fare molto, e questo libro è un piccolo passo per ritornare nella vibrazione della leggerezza, per rendere più bella la nostra esistenza, mostrando agli altri come fare altrettanto.
Lasciare andare significa, per prima cosa, modificare ciò che c’è: una relazione, una casa, un lavoro, un pensiero. E per muoversi nel cambiamento, lo dice la parola stessa, dobbiamo iniziare facendo concretamente un passo.»
Rossella Panigatti
SITUAZIONI IN CUI È IMPRESCINDIBILE LASCIARE ANDARE
Lasciare una casa: l’impatto del trasloco
Approfondendo il tema trasloco, ho scoperto una cosa incredibile: secondo le statistiche, questo evento costituisce la terza motivazione che scatena la depressione, dopo un lutto e il licenziamento. Per traslocare senza farci male, dunque, non dobbiamo sottovalutarlo, e per passare indenni attraverso questo percorso, dobbiamo praticare sistematicamente il lasciare andare, non solo in senso metaforico.
Il trasloco fisico rappresenta la punta di un iceberg, mentre ciò che conta sta sotto la superficie e coinvolge molti aspetti della nostra esistenza, affettivi e concreti. Il trasloco comporta anche la necessità di elaborare una perdita, quella che deriva dall’abbandono di un luogo che ha costituito parte della nostra identità, un punto preciso della nostra bussola esistenziale. Il trasloco ci impone di affrontare la paura del cambiamento, questa volta non solo interiore, ma anche fisico, visibile.
Quest’esperienza può rivelarsi come un vero e proprio lutto. Basta separarci dalle vecchie abitudini ed ecco emergere la paura del cambiamento, con la stessa forza di una piena che trascina con sé emozioni e si porta dietro il senso di perdita e di mancanza di punti di riferimento.
La metafora del trasloco
Come per il trasloco fisico, dunque, dobbiamo organizzarci anche per qualsiasi altro tipo di trasferimento. Dobbiamo decidere dove mettere le emozioni che non ci servono più e poi dobbiamo farlo, in concreto, affrontando quella sensazione di caos che, per un istante, ci darà l’impressione di perderci.
Ogni lasciare andare può essere assimilato a una specie di trasloco emozionale. Così come nel trasloco fisico le nostre schiene protestano, perché sono sollecitate da un’attività cui non sono abituate, analogamente nel lasciare andare avremo dei rigurgiti emozionali che ci regaleranno momenti belli e altri meno belli. Se ci ascolteremo, tuttavia, riusciremo a sentire dove siamo energicamente e cosa dobbiamo fare per ritornare al nostro centro. È un modo semplice per attraversare indenni il cambiamento, anche il più turbinoso!