Le nuove frontiere della chirurgia ortopedica: evitare le protesi grazie alle cellule staminali
La “rivoluzione” del prof. Fernando Colao illustrata al Caffè della Versiliana.
Marina di Pietrasanta (LU) _ L’artrosi è una delle patologie articolari più diffuse tra la popolazione e la conseguente necessità di ricorrere ad interventi invasivi per l’impianto di protesi al ginocchio o all’anca è un problema che affigge moltissimi italiani, nonché un costo gravoso per la sanità italiana.
Ma ricorrere alla protesi oggi può non essere più necessario, grazie all’imponente e innovativo lavoro di ricerca messo a punto dall’equipe capitanata dal Dott. Fernando Colao, ortopedico di fama internazionale.
“Con l’applicazione delle cellule staminali in soggetti di età compresa tra i 40 e i 70 anni – ha spiegato il prof. Colao di fronte al vasto pubblico del Caffè della Versiliana nell’ambito di un dibattito dedicato alla chirurgia ortopedica – si sono ottenuti risultati eccellenti e straordinari benefici per i pazienti. Fino a poco tempo fa infatti, i pazienti con patologie come l’artrosi potevano solamente fruire di una chirurgia sostitutiva articolare, mentre oggi possono accedere ad una chirurgia di tipo biologico, di minore invasività e rischio di complicanze, con minor sofferenza da parte del paziente e non ultimo un’incredibile riduzione di costi di degenza e successiva riabilitazione.”
La tecnica attuata dal Prof. Fernando Colao fortemente innovativa e ancora poco praticata in Italia prevede il prelievo dall’addome o dalla cresta iliaca di cellule staminali autologhe, quindi direttamente prelevate dal paziente, e il reimpianto nello stesso tempo operatorio di queste cellule all’ interno della cavità articolare interesse dell’ intervento chirurgico.
A supporto del Prof. Colao e della sua equipe é presente in sala operatoria un ingegnere biomedico che si occupa della centrifugazione ed estrazione del tessuto nobile detto crema staminale da impiantare nello stesso tempo operatorio. I siti di applicazione più comuni sono l’ articolazione del ginocchio, dell’ anca della spalla e dei dischi vertebrali. Queste cellule totipotenti consentono all’ organismo di riparare se stesso, stimolando la rigenerazione di cellule cartilaginee e connettivali in una fascia di popolazione scelta laddove il danno articolare non sia arrivato ad un’importante deformazione articolare e sia ancora possibile eseguire questo tipo di tecnica.
I tempi di impianto sono dai 4 ai 6 mesi e grazie alle moderne apparecchiature di RMN é possibile visionare la ricrescita dello strato cartilagineo trattato. I tempi di intervento sono ridotti a circa 30 minuti. Fondamentale in questo processo di diffusione di tecnica rivoluzionaria è il ruolo di cerniera dei medici di famiglia per far si che il paziente si avvicini quanto prima possibile alla chirurgia e all’ attenzione degli specialisti aggiornati al fine di prevenire erosioni articolari importanti e poter praticare una chirurgia meno invasiva, più moderna e più risolutiva.
Questa tecnica permette e soprattutto permetterà l’evasione dallo schema clinico tradizionale e soprattutto un processo di rivoluzione nei tempi di ripresa postoperatori. Questa è la nuova frontiera alla quale si é arrivati e dalla quale giungere all’autoriparazione biologica, un orizzonte medico in cui è lo stesso organismo che ripara se stesso.