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Elliot Ackerman, Il buio al crocevia

Dopo l’intenso romanzo d’esordio Prima che torni la pioggia, ispirato alla sua esperienza di soldato in Afghanistan e Iraq e paragonato dal New York Times ai romanzi di Hemingway per la sua forza lirica ed esistenziale, Elliot Ackerman torna con una storia che pone importanti interrogativi sulla guerra e i suoi mille volti. Una delicata ricerca sul significato della perdita e delle seconde possibilità, ma soprattutto un romanzo sulla fede e sul perché abbiamo un disperato bisogno di credere in qualcosa.
Protagonista de Il buio al crocevia è Haris Abadi. Per metà americano e per metà arabo, Haris è un uomo con un passato difficile alla ricerca di una causa da sposare. Giunto al confine tra Siria e Turchia con l’intenzione di unirsi alla guerra contro il regime di Bashar al-Assad, Haris viene rapito e tenuto sotto custodia da un carismatico rifugiato siriano che recluta e addestra combattenti rivoluzionari. La prigionia sarà l’occasione per conoscere Daphne, la bellissima e raffinata moglie di Amir, dilaniata dal dolore di non poter tornare a casa in Siria. Il loro legame crescerà insieme a una sempre più forte consapevolezza di Haris sulla sua vita e le sue decisioni – È davvero un combattente rivoluzionario o è solo un idealista? E questa vita di frustrazione e dolore che ha scelto ha realmente quel senso profondo che si ostina a dargli? – fino all’idea di attraversare il confine tramite l’ISIS stesso, qui conosciuto con il suo nome arabo Daesh.
Forte e quanto mai attuale, Il buio al crocevia è un romanzo che scava a fondo in una delle piaghe più dolorose degli ultimi anni, provando a raccontare la guerra civile siriana da una prospettiva nuova, quella di chi ha lasciato tutto per unirsi a una causa così disperata.

Elliot Ackerman, classe 1980, ha passato otto anni nell’esercito statunitense, sia come soldato semplice sia come ufficiale di operazioni speciali. Croce di bronzo al valore militare, veterano decorato per la seconda battaglia di Falluja, che lo spinse a scrivere: «L’11 novembre 2004 è il giorno in cui ho smesso di credere in Dio». Più recentemente ha servito la Casa Bianca nel Governo Obama. Attualmente vive a Istanbul e come giornalista freelance si occupa della guerra civile siriana. I suoi saggi e articoli sono apparsi su “The New Yorker”, “The Atlantic”, “The New Republic” e “The New York Times Magazine”. Prima che torni la pioggia è stato il suo primo romanzo, accolto con grande entusiasmo dal pubblico.
www.elliotackerman.com

Grafica Divina

In libreria dal 25 agosto 2017
Pagine: 300
Prezzo: 16,40

Ufficio Stampa Longanesi

 

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