Il disastro ambientale della piattaforma petrolifera “Deepwater Horizon” avvenne al largo del Golfo del Messico, ma i milioni di barili di petrolio sversati arrivarono fino alla Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida: ecco anche con la spazzatura marina, in particolare la plastica, il meccanismo è lo stesso e si spiega così il fatto che sulle nostre coste sta aumentando in maniera esponenziale la quantità di rifiuti. La natura – e anche l’inquinamento – non riconoscono i confini giurisdizionali. Perciò è necessario che i paesi della sponda del Mediterraneo lavorino insieme per contrastare l’emergenza plastica.
E’ stato questo uno dei passaggi più importanti della relazione del vicepresidente di Marevivo Ferdinando Boero all’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo, che si è tenuta a Roma nei giorni scorsi.
“La direttiva europea Marine Strategy prescrive che il ‘buono stato ambientale’ venga raggiunto in tutte le acque europee entro il 2020. L’Unione Europea sa bene che per fare questo è necessario coinvolgere anche tutti gli stati rivieraschi non europei, in modo da instaurare buone pratiche che abbiano come fine il ‘buono stato ambientale’, ha concluso Ferdinando Boero. Il problema dei rifiuti si risolve non producendo rifiuti, ma intanto dobbiamo mettere in atto azioni per rimuovere quelli che abbiamo”.
“Come componente della Commissione per l’energia, l’ambiente e l’acqua ringrazio l’associazione Marevivo per il contributo fornito e sono lieto che sia stato condiviso suscitando un ricco dibattito, afferma il senatore Antonio D’Ali, la risoluzione è stata approvata con il fondamentale apporto della delegazione italiana che sollecita una normativa condivisa da tutti i Paesi aderenti all’Unione per il Mediterraneo per condurre un’azione efficace a tutela del mare contro i principali agenti inquinanti, idrocarburi, rifiuti e prodotti in macro e microplastica”.
La Raccomandazione, elaborata in chiusura dai parlamentari dell’organizzazione intergovernativa, impegna gli Stati membri dell’UpM e i loro governi ad adottare, tra le altre cose, “misure per contrastare l’aumento della spazzatura marina, in particolare dei rifiuti plastici, tramite: politiche di riduzione dei rifiuti e promozione dell’uso di materiali biodegradabili; incentivi alla rimozione dei rifiuti già presenti nell’ambiente marino; tracciamento dei percorsi di spazzatura marina per individuarne la provenienza in modo di condividere a livello internazionale i costi di pulizia; inserimento della rimozione della spazzatura marina come misura di compensazione al territorio delle opere infrastrutturali, come ad esempio i gasdotti”.
L’attuale Presidenza di turno dell’Assemblea dell’Unione per il Mediterraneo è assicurata dal Presidente del Senato italiano, Pietro Grasso, e dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini, dal 29 maggio 2016. La delegazione italiana è composta dall’on. Khalid Chaouki, dalla senatrice Maria Mussini e dal senatore Antonio D’Ali, membro della Commissione economica e finanziaria e della Commissione per l’energia, l’ambiente e l’acqua.
Dal 1985 Marevivo è impegnata nella lotta ai rifiuti e da oltre un anno sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione contro la plastica in mare, “Mare mostro”, che si snoda tra seminari con gli stakeholder del mare presso le Capitanerie di Porto, incontri con gli studenti nelle università, dibattiti con gli amministratori locali, azioni di bonifica alle foci dei fiumi e anche la proposta di una legge contro le microplastiche, contenute, ad esempio, nei cosmetici e nei prodotti d’igiene personale. Perché anche se a destare più clamore sono i rifiuti di maggiori dimensioni, in realtà i frammenti più piccoli sono quelli più pericolosi in quanto arrivano direttamente in mare, dove vengono scambiati per cibo da diverse specie, ritornando così sulle nostre tavole.
Lo scorso ottobre, la Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità un Testo sulla cosmesi sostenibile, assorbendo anche tale proposta di legge e attualmente siamo in attesa che parta la discussione in Senato.
Fonte: Marevivo