Giovanni Mazzarà in arte Jo M, catanese, classe 1987, inizia il suo percorso artistico a dodici anni studiando da autodidatta solfeggio musicale e chitarra acustica, a 14 il primo approccio con la batteria, lo studio di questa porterà l’artista ai suoi primi viaggi verso Roma…
Hai iniziato a suonare da autodidatta… quando hai capito che la musica poteva diventare la tua professione?
In realtà devo ancora capirlo, ad oggi è una speranza. Difficile in Italia far diventare la musica una professione… bisogna convivere sempre con diversi lavori per vivere. Inizi a scrivere per esigenza senza pensare al fatto che potrebbe diventare un lavoro.
Quali sono i tre momenti più importanti sul piano lavorativo prima di arrivare a questo nuovo disco?
Il primo momento è stato incontrare la donna che mi ha ispirato, successivamente ho avvertito l’esigenza di scrivere le sensazioni che vivevo per fissarle nel tempo, volevo ricordarle per sempre. Il terzo momento è rappresentato dall’incontro col mio produttore che ha permesso la realizzazione del disco.
Cosa troveremo nel tuo album?
Nel mio album troverete delle cose che solitamente rimangono scritte in un quaderno segreto e ben custodito
Come hai scelto il singolo e perché?
In realtà la scelta del singolo parte inizialmente da Simona Virlinzi, il mio produttore, che rimane particolarmente colpita dal primissimo provino. Adesso pensandoci bene sono convinto che sia il pezzo più adatto a rappresentarmi.
Tante le collaborazioni importanti, cosa ti hanno lasciato?
Tutti i personaggi di spessore che ho incontrato da quando ho iniziato a fare musica hanno contribuito, in parte, a definire meglio l’attuale Jo. Alcuni di loro mi hanno incoraggiato altri buttato giù.. alcuni sono stati esempi da seguire, altri da allontanare. Sono due gli artisti che hanno segnato tantissimo la mia attitudine artistica, il primo è stato Carlo Ubaldo Rossi, che ricordo con entusiamo… un vulcano; il secondo che ha affinato la mia interpretazione è stato Roberto Vernetti, con lui ho scoperto alcuni aspetti di me che sconoscevo.
Cosa vorresti per la musica oggi?
Considero la musica uno strumento per veicolare un messaggio. Un contenuto che possa servire a se stessi e/o agli altri. Per la musica vorrei più contenuti.
Cosa ti aspetta?
In generale una vita meravigliosa, nel caso specifico della musica stiamo lavorando per la presentazione del disco dal vivo.
Intervista di: Lucrezia Monti