Inaugurato a Muccia (Macerata)
l’Osservatorio nazionale per una ricostruzione di qualità
di Legambiente e Fillea Cgil
Fondamentale dar avvio ad una ricostruzione di qualità, sostenibile, sicura e innovativache raccolga anche le sfide legate all’economia circolare
Nella Penisola si parta dalla messa in sicurezza delle scuole poste nelle zone 1 e 2 a rischio sismico, fissando obiettivi chiari negli interventi di adeguamento sismico ed efficientamento energetico
Nei comuni del cratere, il 66,4% degli edifici scolastici è stato edificato prima della normativa antisismica del ’74
Per incentivare un nuovo sviluppo delle aree del cratere colpite dal sisma, è fondamentale attivare una ricostruzione di qualità, sostenibile, sicura e innovativa che riparta prima di tutto dalle scuole e dagli edifici pubblici, e che coinvolga i cittadini evitando gli errori commessi in passato. È questo il messaggio che Legambiente e Fillea Cgil hanno lanciato oggi da Muccia, dal cuore delle Marche, inaugurando la sede dell’Osservatorio nazionale per una ricostruzione di qualità. Fortemente voluto dall’associazione ambientalista e dal principale sindacato delle costruzioni, l’Osservatorio è stato pensato per aiutare i cittadini e monitorare l’andamento della ricostruzione di queste aree, mantenendo alta l’attenzione a partire dal tema della ricostruzione delle scuole e sulla necessità di una gestione virtuosa delle macerie finalizzata al recupero e al riutilizzo nonchè sul tema della qualità e la sicurezza del lavoro più in generale.
Luogo simbolo scelto per ospitare la sede dell’Osservatorio nazionale è Muccia, uno dei tanti comuni della provincia di Macerata colpiti dal terremoto che nel 2016 ha devastato a più riprese il Centro Italia. Per Legambiente e Fillea Cgil le aree del cratere possono e devono diventare un esempio virtuoso di ricostruzione sostenibile e innovativa, garantendo legalità e trasparenza e tenendo conto della sfide legate anche all’economia circolare. Una scommessa e una sfida che non si deve assolutamente perdere in tutta la Penisola e che deve partire dalla messa in sicurezza delle scuole poste nelle zone 1 e 2 a rischio sismico su tutto il territorio, fissando obiettivi chiari negli interventi dell’adeguamento sismico e dell’efficientamento energetico per avere edifici più sicuri e adeguati alle esigenze delle persone che li abiteranno. Stando agli ultimi dati disponibili, nelle zone del cratere il 27% degli edifici scolastici risulta ancora parzialmente o temporaneamente inagibile, e il 6% è del tutto inagibile. (Dati Dipartimento Protezione Civile aggiornati al 31 marzo 2017). E anche i dati raccolti da Legambiente (relativi all’anagrafe scolastica del MIUR) non sono molto incoraggianti: su 537 edifici scolastici presenti in 122 comuni del cratere (su un totale di 140), ben 90 (il 16,8%) non presentano nessun dato rispetto all’anno di edificazione. Dei restanti 447 edifici scolastici, il 66,4% è stato realizzato prima della normativa antisismica del ’74, il 32,3% fra il 1975 e il 2009 e 1,3% dal 2010 in poi. Per quanto riguarda gli interventi di messa sicurezza sembrano essere un miraggio, il 60,7% dei comuni del cratere dove sono presenti scuole risultano non aver effettuato, negli ultimi anni, interventi di messa in sicurezza. In particolare su 537 edifici presenti nei Comuni del cratere solo l’1,5% ha beneficiato di interventi di adeguamento sismico; e solo l’1,3% di nuove edificazioni. Infine c’è da dire che alcuni dei comuni del cratere, sono stati segnati in passato anche dal terremoto del 1997, ma i finanziamenti per la ricostruzione, che sono stati poi previsti, non hanno avuto come priorità la messa in sicurezza delle scuole. Per questo è urgente cambiare passo e nella attuale partita della ricostruzione post sisma è urgente partire dalla riqualificazione del patrimonio edilizio.
All’inaugurazione dell’Osservatorio nazionale, che si è tenuta nel tendone della Protezione Civile della Protezione Civile nel campo base evacuati, hanno partecipato: Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente, Alessandro Genovesi, Segretario generale Fillea, Gianna Fracassi, Segretaria nazionale Cgil e Mario Baroni, Sindaco di Muccia. L’Osservatorio sarà aperto ai contributi di tutte le forze sociali, del volontariato, del civismo, delle istituzioni che condividano le finalità di una ricostruzione pubblica e privata, residenziale e di impresa, di qualità. Tutte le info e gli aggiornamenti si potranno consultare su www.osservatoriosisma.it e i cittadini potranno direttamente segnalare le criticità ma anche le buone pratiche legate alla ricostruzione inviando un’email a segnalazioni@osservatoriosisma.it
“Il terremoto del Centro Italia – sottolinea Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – ci ricorda drammaticamente quanto sia urgente lavorare per la messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio, a partire dalle scuole che possono diventare un grande cantiere di innovazione diffusa. L’Osservatorio, che abbiamo realizzato e pensato insieme alla Fillea Cgil vuole essere una sorta di sentinella del territorio per aiutare le comunità. Siamo convinti che una ricostruzione antisismica, energeticamente sostenibile e sicura si debba avvalere del coinvolgimento dei cittadini, deve essere capace di leggere le trasformazioni avvenute (ambientali, demografiche, tecnologiche, di bisogni), e intrecciarsi con politiche di sviluppo mirate capaci di favorire nuovi modelli produttivi ispirati all’economia circolare e all’efficienza energetica, in un rapporto positivo con il territorio, la propria storia, cultura, tradizioni”.
“L’Osservatorio nazionale – conclude Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Fillea Cgil – vuole anche dare un sostegno alle amministrazioni pubbliche locali e alla cittadinanza incentivando e promuovendo specifiche campagne informative e di sensibilizzazione rivolte a tutti (cittadini, sindaci, ma anche professionisti, imprese, ecc.); promuovere possibili “cantieri modello” in cui ci sia l’uso delle migliori pratiche e tecniche disponibili. Ad esempio come l’estensione del Durc per congruità contro ogni forma di lavoro nero (certificato che individua il numero minimo di ore lavorate in base al tipo di opera) e con una formazione mirata per i singoli lavoratori su sicurezza, nuovi materiali, corretta gestione dei rifiuti e del loro trattamento. Inoltre l’Osservatorio vuole anche favorire l’insediamento e la nascita di imprese in loco specializzate nella ricostruzione di qualità, nell’utilizzo di nuovi materiali a minor impatto ambientale e dei materiali di riciclo, nella gestione dei rifiuti, nella predisposizione dei depositi di materiali….
Fonte: Legambiente