Chi era Santa Ildegarda? Perché nel 2012 è stata proclamata Dottore della Chiesa universale? Quanta verità c’è nei suoi tanti scritti? In che modo ancora oggi il suo sapere riesce a curare?
Ildegarda era una monaca benedettina vissuta ottocento anni fa in Germania, che si è sempre definita con “un essere senza istruzione” che “non sa nulla del mondo esteriore” ma che interiormente nella sua anima è istruita.
E l’istruzione a cui fa riferimento la Santa di Binghen abbraccia un sapere molto ampio di cui fanno parte anche libri dedicati alla medicina tradotti dal latino, lingua in cui scriveva, studiato e approfonditi da luminari e studiosi anche oggi è che propongono ai propri pazienti una medicina fondata sui suoi principi e utilizzando molti dei precetti e delle ricette che Ildegarda ha trasmesso.
Per lei la malattia non deve essere vista come un peso, come un castigo, ma accolta come segnale importante, come un avvertimento, una possibilità concreta di cambiare vita, per liberarci da quelli che lei chiama “vizi” (in realtà attitudini, comportamenti, schemi mentali n.d.r.) per poterci trasformare in persone rinnovate nel corpo e nello spirito.
La salute infatti non può manifestarsi in persone con atteggiamenti volti al pessimismo, all’ira, propense alla malinconia, alla tristezza, la salute si manifesta nelle persone che hanno raggiunto un equilibrio interiore.
In questo prezioso manuale vengono presentate quelle che sono le cause fisiche e spirituali di molte malattie e proposti metodi curativi secondo il pensiero della monaca benedettina. Metodi che sono stati studiati, approfonditi e sperimentati dal Dottor Gottfried Hertzka e il Dottor Winghard Strehlow che in questo libro ripercorrono i suoi insegnamenti e ci guidano verso la protezione migliore contro le più importanti e diffuse malattie che ci affliggono in cui l’alimentazione e l’atteggiamento psichico giocano, dati alla mano, un ruolo sempre più importante.
Manuale della medicina di Santa Ildegarda
Gottfried Hertzka e Winghard Strehlow
Edizioni Mediterranee
Articolo di: Matilde Alfieri
