Carmen Pellegrino, autrice di saggi storici e racconti, nel 2015 ci aveva regalato il suo primo romanzo, Cade la terra, che le è valso il Premio Rapallo Carige come opera prima e il Premio Selezione Campiello.
E lei che per alcuni anni ci aveva raccontato del fascino dei luoghi abbandonati, di borghi e case desolate, stazioni e teatri deserti, torna con un nuovo romanzo.
Un ritorno molto atteso dai suoi lettori che sicuramente portano nel cuore Estella e il borgo di Alento e che di quel romanzo con tutta probabilità hanno ancora attaccato l’odore e il ricordo.
Se mi tornassi questa sera accanto è la storia di una distanza, la distanza che ha diviso una madre da se stessa, un uomo da sua moglie, una bambina dai suoi genitori, la realtà dal sogno.
È il racconto del tentativo di ricostruire, lettera dopo lettera, un rapporto partendo da tutto quello che non è stato detto perché non riconosciuto, il tentativo affannoso di recuperare ciò che non si vuole ammettere di aver perduto, ma nello stesso tempo un atto d’amore verso ciò che siamo stati e verso le scelte che la vita o noi stessi abbiamo compiuto per il nostro presente.
Ed è il fiume con la sua corrente, col suo essere sempre diverso e in egual modo una costante il simbolo di questo tentativo e non importa se le lettere scritte da Giosuè raggiungeranno mai la figlia lontana perché spesso, come in questo caso, l’esistenza stessa racchiude in sé una perfezione e un senso dell’umorismo che è proprio del creato dove la parola assume un significato terapeutico, a volte catartico, riconquistando il suo ruolo principe nella comunicazione, a volte impossibile anche tra le persone più vicine.
Carmen Pellegrino
Se mi tornassi questa sera accanto
Giunti Editore
2017
Articolo di: Elena Torre