La Camera approva il decreto terremoto. Legambiente: “Il testo poteva essere migliorato. Persa una importante occasione per definire una filiera virtuosa e innovativa sullo smaltimento e recupero delle macerie”.
Bene invece l’8×1000 per il restauro dei beni culturali, le risorse per le indagini di vulnerabilità sismica nelle scuole delle aree a maggior rischio, la partecipazione dei cittadini nelle scelte dello sviluppo territoriale, e il ripristino della sentieristica nei parchi.
Dalla Camera dei Deputati è arrivato finalmente il via libera al decreto legge sul terremoto, che ora passerà al Senato per la definitiva conversione in legge. Per Legambiente il provvedimento approvato poco fa poteva essere migliorato normando la gestione delle macerie a favore del recupero degli inerti per la ricostruzione. Un tema, più volte rilanciato dall’associazione ambientalista, ma sul quale si è preferito glissare perdendo così una importante e preziosa occasione per gettare le basi di un ciclo virtuoso del recupero delle macerie, seguendo i principi dell’economia circolare.
“Il decreto terremoto approvato oggi – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – ci soddisfa solo in parte. Anche se sono state introdotte importanti modifiche, è però mancato il coraggio di affrontare una delle quelle questioni più spinose che accomuna tutti i terremoti, lo smaltimento delle macerie, a cui si accompagna spesso lo spettro di possibili infiltrazioni criminali nella gestione di questi materiali. Siamo convinti che la soluzione migliore consiste oggi nel recupero differenziato e nel riutilizzo dei materiali per gli usi compatibili, attraverso macchinari utilizzati direttamente sul posto e capaci di produrre materiali necessari per la ricostruzione. Una prospettiva che introdurrebbe innovazioni nella ricostruzione, risparmiando risorse pubbliche e naturali. È questa una delle prime sfide da affrontare nella aree post-sisma e che invece inspiegabilmente non è stata considerata”.
Tra le novità introdotte dal decreto, per l’associazione ambientalista ben vengano le risorse previste per fare le indagini sulla vulnerabilità sismica in tutti gli edifici scolastici situati nelle zone più a rischio sismico, la decisione di destinare una parte della quota dello Stato dell’8×1000, per 10 anni, alla ricostruzione e al restauro dei beni culturali distrutti o danneggiati dal terremoto; e ancora l’aver previsto il ripristino e la manutenzione della sentieristica nei parchi e il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini alle scelte di pianificazione e sviluppo territoriale, ricostruzione e salvaguardia dei beni comuni. Quest’ultimi due emendamenti sono stati proposti da Legambiente impegnata nel chiedere garanzie per la partecipazione della popolazione e la cura del ripristino ambientale elemento importante per facilitare e rilanciare il turismo dolce nei parchi. Proposte che sono state approvate, ad eccezione di quella riguardante una filiera virtuosa e innovativa sullo smaltimento e recupero delle macerie.
“La ricostruzione – conclude la Muroni – può essere una grande occasione per promuovere una nuova idea di rilancio, sviluppo e benessere dell’Appennino centrale, capace di invertire il fenomeno dello spopolamento anche attraverso la valorizzazione dei beni culturali e dei sentieri dei parchi. L’attenzione al patrimonio storico culturale e a quello naturale paesaggistico possono dare un grande contributo alla ripresa e allo sviluppo delle attività economiche locali di queste aree colpite dal sisma, per questo non si perda questa importante occasione”.
Legambiente, infine, ricorda che la ricostruzione e la rinascita dei territori colpiti dal sisma è anche il filo conduttore della raccolta fondi “La rinascita ha il cuore giovane”, promossa dall’associazione ambientalista insieme a Libera, Associazione Cooperative Italiane Giovani, Federparchi, Altromercato, Alce Nero e Fondazione Symbola, e pensata per aiutare i giovani imprenditori e cooperative delle zone colpite dal sisma che hanno subito danni a strutture e produzioni. L’obiettivo è quello di ricostruire il tessuto produttivo di un territorio, lavorando su una nuova economia civile, ecologica e solidale. La campagna di raccolta fondi è stata estesa, grazie alla collaborazione con Helperbit (helperbit.com, alle donazioni in bitcoin.
Info su: https://rinascitacuoregiovane.it/
Fonte: Legambiente