In libreria il nuovo libro di Jutta Ziegler, autrice de Il Manuale Completo sulla Salute del Cane e del Gatto
La dottoressa Jutta Ziegler, medico veterinario, ha suscitato clamore anche nel nostro Paese dopo l’uscita del suo Il libro nero dei veterinari, un atto di accusa per l’approccio medico applicato dalla maggior parte delle strutture nei confronti degli animali: un approccio soppressivo nei confronti dei sintomi di malattia e poco o per nulla attento al trattamento delle cause e alla salute globale dei singoli individui. La dottoressa Cinzia Ciarmatori, a cui stanno a cuore le stesse questioni, ha posto alla collega austriaca alcune domande per approfondire i temi trattati anche nel suo ultimo libro, Il Manuale Completo sulla Salute del Cane e del Gatto (Collana Qua La Zampa, Macro Edizioni).
Sono passati alcuni anni dall’uscita de Il libro nero dei veterinari. Cos’è cambiato da allora e quanto di questo cambiamento è confluito nel tuo ultimo lavoro?
Dalla pubblicazione del mio primo libro sono cambiate molte cose. Ci sono state moltissime persone disperate che si sono rivolte a me chiedendomi aiuto per i loro animali, motivandomi a sovvertire completamente la mia attività per dedicarmi sempre più a tempo pieno al trattamento di patologie croniche.
Per i casi acuti e per una pratica “di routine”, purtroppo, non ho più molto tempo.
Anche la mia formazione è cambiata, provo ad applicare in medicina veterinaria principi e risultati mutuati dalla medicina umana, in relazione alle malattie croniche.
Questo include la profonda comprensione della biochimica e la conoscenza minuziosa di alcuni processi metabolici dell’organismo,
ambiti in cui la formazione in medicina veterinaria è piuttosto limitata e questi temi addirittura spesso completamente trascurati. Quando si parla di terapia “alternativa” in veterinaria quasi esclusivamente si pensa all’Agopuntura, all’Omeopatia etc., ma penso che questo sia di gran lunga troppo
poco e troppo riduttivo.
Il mio desiderio per il futuro sarebbe quello di attuare una tale formazione professionale per i veterinari, come anche costruire o sostenere una clinica che potrebbe svolgere tali metodi di cura.
Il semplice “trattamento dei sintomi”, come viene proposto attualmente in quasi tutte le strutture veterinarie, subirebbe un cambiamento epocale nella direzione di una terapia che affronti piuttosto le cause, nonché il supporto del metabolismo cellulare anche grazie alla reintroduzioni di sostanze mancanti o insufficienti.
Nel libro affronti numerosi argomenti, tutti di fondamentale importanza, quale di questi ti sta più a cuore e perché?
La cosa che mi sta maggiormente a cuore è la nutrizione, ma subito dopo viene il tema delle vaccinazioni. Purtroppo si è insinuato nella mente di molti veterinari e dei proprietari di animali il fatto che il rinnovo annuale delle vaccinazioni sia necessario.
Mi occupo di questo tema da anni e nel frattempo proprio per questo ho scelto di non vaccinare più.
A parte la questione relativa all’effettiva efficacia di questi vaccini e alla loro durata, resta il fatto che l’ipervaccinazione danneggia enormemente gli animali.
Ho osservato con grande attenzione negli ultimi anni con quale frequenza i proprietari di animali domestici riferiscano che da quando è stata eseguita una vaccinazione si sono verificati numerosi disturbi.
Prima non ci avevo fatto così caso.
Se ci guardiamo intorno sembra di poter vedere un cambiamento in atto nella percezione, da parte dell’opinione pubblica, della necessità di un nuovo paradigma in medicina. È davvero così?
Sì, lentamente sta comiciando a diffondersi un diverso modo di pensare: dal puro e semplice trattamento dei sintomi verso una terapia che ragiona in termini di integrazione di sostanze micronutrienti. In più si cerca di lavorare in termini di prevenzione delle patologie, consigliando una nutrizione adeguata alla specie, e non trascurando le sostanze tossiche contenute per esempio in spot-on contro i parassiti.
C’è un caso tra quelli che hai trattato con maggior soddisfazione a cui pensi spesso e che ti va di condividere?
Si, certamente, é un caso di ipotiroidismo di un cane di cinque anni, di taglia piccola.
Da un anno era in terapia con farmaci per l’ipotiroidismo.
Per aiutarlo ho cercato di intervenire con la somministrazione di alcune specifiche sostanze di cui la tiroide necessita per funzionare, in modo da poter rendere superfluo l’ormone tiroideo di sintesi.
Proprio qui sta la differenza di approccio:la medicina convenzionale si occupa solo del fatto che vengono prodotti troppo pochi ormoni e non si interessa del motivo per cui la tiroide ha cessato il suo lavoro.
Le cause possono essere molteplici, ad esempio condizione di stress cronico, alcuni farmaci, sostanze tossiche, etc.
Se cerchiamo di eliminare le cause possiamo aiutare il lavoro della tiroide, non sostituirci ad esso. Un ruolo di rilievo appartiene in questo caso al Selenio, ma anche ad altre sostanze minerali.
I fattori sopra elencati come possibili cause, sono dei veri “mangiatori di minerali”, per questo la tiroide non ne ha a disposizione a sufficienza per produrre gli ormoni nella quantità necessaria.
Ho gia´usato questa terapia molte volte ma è sempre incredibile osservare con quale rapidità i valori si siano regolarizzati.
Ma la soddisfazione più grande è stata che la proprietaria del cane in questione, che gestisce una farmacia a Vienna, era molto scettica sulle possibilità di successo della terapia che le ho proposto.
Dopo quanto ha visto con i suoi occhi, ha deciso di cambiare almeno in parte l’assortimento di prodotti nella sua farmacia, me lo ha promesso!
In quale direzione ti stai muovendo attualmente? A quale nuovo orizzonte stai guardando come medico e come persona?
Il mio lavoro, e spero di poter fare questo per molto tempo, è quello
di informare correttamente i proprietari di cani e gatti, ma naturalmente qualunque altra persona.
In particolare intendo far conoscere le condizioni inaccettabili di molte strutture veterinarie in cui si pensa in primo luogo al profitto e non certo al benessere degli animali.
Voglio che le persone diventino in grado di muoversi un pò fuori dagli schemi imposti, di non credere a tutto quello che il veterinario o i media dicono loro. Semplicemente basterebbe assumere un atteggiamento piu critico.
Il mio desiderio è di costruire a Salisburgo, o anche altrove, una clinica che lavori secondo i miei criteri, con il sostegno e l’aiuto di colleghi che la pensano come me. Inoltre, auspico la costruzione di centri in cui veterinario e negozi specializzati nell’alimentazione BARF possano collaborare strettamente. Il tutto ovviamente in collaborazione con veterinari adeguatamente preparati.
Per me va tutto ancora troppo lentamente, ma sono in aumento i veterinari che dopo lo studio si vogliono orientare diversamente dalla maggioranza dei colleghi, questo è evidente e innegabile.
vertrieb@dr-ziegler.eu
www.naturfutterlaedchen.at
www.dr-ziegler.eu
Intervista di: Cinzia Ciarmatori
Grazie a : Claudia Sanchioni e Isabella Ortolani per la traduzione dal tedesco