Maria Laura Baccarini, cantante, attrice, danzatrice, dopo una lunga esperienza nel musical theatre, prosa, teatro musicale, concerti, recitals, letture musicali, è oggi, artisticamente, il frutto dell’incontro di linguaggi diversi, a servizio della poesia, del senso e della creazione originale…
Il prossimo 10 aprile sarà in scena con lo spettacolo Gaber io e le cose all’interno della rassegna Milano per Giorgio Gaber al Piccolo Teatro di Milano, un’occasione per fare una chiacchierata con una meravigliosa donna di spettacolo che con la sua voce sta dando forma ad un teatro che c’è tanto bisgno di veder rappresentato…
Lasciare l’Italia, avvicinarsi ad un altro modo di fare musica, affrontare sfide musicali ardue… cosa ti ha mosso?
La curiosità, il bisogno di trovare il mio « gesto naturale » passando attraverso tante diverse esperienze e tanti incontri … lasciare l’Italia non è stato un piano prestabilito, è avvenuto grazie al disegno di un cammino che comunque è sempre andato alla ricerca di nuove ispirazioni… e poi ci si ferma anche dove si trova l’amore della propria vita, ed io l’ho trovato in Francia.
Sodalizio musicale e non solo con il musicista e compositore Régis Huby cosa significa lavorare con una persona che ti conosce così a fondo? Quali i vantaggi e se ci sono quali i limiti?
L’uomo che amo è un artista straordinario, lavorare insieme è un bellissimo gesto d’amore e di creazione… facciamo un mestiere che amiamo, amandoci … puoi immaginare niente di meglio?
Conoscersi così bene, nel nostro caso è un immenso vantaggio… non ci ha mai « limitati » per ora… viviamo bellissimi progetti insieme, ma abbiamo anche attività separate, collaborazioni con altri artisti, e ci lasciamo spazio reciprocamente… ma la mia casa è Régis …
In questi anni ti sei buttata in progetti diversi, appassionanti e bellissimi vuoi parlarcene?
Dal mio arrivo in Francia tante cose sono cambiate: prima fra tutte l’indipendenza nelle scelte .
Da « scritturata » doc sono passata alla sponda di chi sceglie il proprio cammino e prende le proprie responsabilità che col tempo sono diventate anche organizzative e produttive …
Primo progetto discografico è stato All Around una suite in 9 movimenti composta da Régis Huby il cui libretto in inglese è stato scritto da « Yann Apperry », scrittore, drammaturgo, paroliere e chi più ne ha più ne metta, un altro artista di immenso valore umano e professionale. Con lui ho condiviso e continuo a condividere, bellissime esperienze di reading musicali per France Culture fra i quali Calvinologie un bellissimo monologo musicale la cui partitura è stata composta da Massimo Nunzi. Le avventure discografiche continuano con « Furrow » un omaggio di grande modernità al mio amato Cole Porter, con gli arrangiamenti di Régis Huby. Un’avventura molto interessante è stata « Poète … Vos papiers! » testi di Léo Ferré con arrangiamenti e composizioni originali del contrabbassista Yves Rousseau … la voce femminile su testi di Ferré mi ha dato uno spunto importante per quella che poi fu la mia scelta di incontrare il repertorio di Gaber più tardi … un lavoro su Stephen Sondheim due pianoforti e due voci « Wating for the night to simile », una Maria Stuarda di Dacia Maraini insieme alla mia amica e collega straordinaria Crescenza Guarnieri… queste fra tante altre avventure, brevi purtroppo, come ormai è d’uopo nel momento storico così complesso che stiamo vivendo.
Cosa vorresti per il teatro oggi?
Spazio! e coraggio! Luoghi gestiti da artisti, che sono forse gli unici ancora dotati della follia necessaria per correre dei rischi … e poi il denaro pubblico destinato alla cultura … stimolare il dialogo, il rapporto umano, lo scambio, l’ascolto, l’empatia … questo genera il teatro, quando è fatto bene, con onestà intellettuale , con il cuore e con intelligenza. Se questi fossero i presupposti il teatro recupererebbe il ruolo sociale e culturale che purtroppo vediamo profondamente indebolito.
Parliamo di Gaber io e le cose che finalmente verrà rappresentato al Piccolo di Milano… Quali le tappe più importanti di questa avventura musicale?
Quest’avventura è stata un’opportunità di crescita per me, fin dalla sua genesi.
Tanti produttori con cui avevo lavorato in passato, sapendo che preparavo un progetto su Gaber, si sono fatti avanti, inizialmente… quando mi sono sentita dire che quello che proponevo era troppo poetico, ho capito che dovevo andare avanti da sola.
Questo viaggio mi ha fatto capire quello che volevo profondamente.
E ora porto con grande orgoglio la « poesia » di Gaber e Luporini in giro per l’Europa… e, ringrazio quei produttori, perché grazie a loro, ho difeso la mia creatura con tutto l’amore di cui sono capace, e oggi la soddisfazione che provo, cantando davanti a pubblico che non parla italiano e che capta l’emozione, la poesia e il senso profondo delle cose, non ha prezzo.
Presto torneremo a Milano al Piccolo Teatro Grassi , nella rassegna Milano per Giorgio Gaber organizzata dalla fondazione Giorgio Gaber.
Sono felice, profondamente onorata di cantare nel teatro che ha visto nascere il Signor G.
Sono felice che questa avventura continui il suo lungo cammino, insieme ad altri nuovi progetti… che continui ad accompagnarmi … prima di Milano saremo a Bruxelles e nuovamente a Parigi, per l’esattezza alla Scène Nationale de Malakoff il Theatre 71, poi torneremo in nord Europa dal 7 al 12 giugno.
Ogni volta che mi immergo per l’ennesima volta nelle parole di Luporini, nelle melodie di Gaber, capisco che quello che hanno scritto non invecchierà mai. Parla dell’essere umano che sono io, che siamo tutti, negli aspetti immutabili della nostra natura.
Cosa ti aspetta?
Recentemente sono stata invitata da Olivier Benoit, direttore dell’ Orchestre Nationale de Jazz, in un progetto dedicato alla città di Oslo.
L’ONJ ( così abbreviato ) ha dedicato già tre cd a tre capitali europee : Parigi, Berlino, Roma. Tutti progetti puramente strumentali. In questo quarto capitolo di ONJ Europa, Olivier ha sentito l’esigenza di una voce e mi ha invitato in questa eccitante avventura.
Dopo una residenza in dicembre a Oslo, nella quale ho collaborato con lo scrittore norvegese Hans Petter Blad all’adattamento dei suoi testi , abbiamo inciso il disco a Bruxelles a fine gennaio, che uscirà il prossimo aprile. Ci saranno concerti di promozione, a Orleans e a Parigi
e poi l’avventura avrà un futuro nella prossima stagione 2017/18
Per quanto riguarda me e le mie nuove creazioni, ho cominciando a scrivere, ho in cantiere tanto lavoro. Sia dal punto di vista musicale, sia teatrale. Ho messo a fuoco un aspetto molto importante del mio prossimo progetto: il corpo sarà elemento centrale del mio linguaggio … sono in contatto con quella parte di me che ho lasciato un po’ a riposo in questi anni e che pertanto rappresenta le mie radici. La danza intesa come drammaturgia corporea, come incarnazione del senso e delle parole. Sto sperimentando l’improvvisazione fisica e la scrittura … Come dicevo prima, sono alla ricerca del mio « gesto naturale » ( citazione gaberiana inevitabile )… e questa volta penso di essere vicina alla meta.
E chissà che collaborazioni che attendono da molto tempo « il momento adatto » non siano pronte finalmente a partire.
Foto: Jérôme Prébois
Intervista di: Elena Torre