Home Da preservare Inquinamento, allarme Oms: “Uccide 1,7 milioni di bambini l’anno”

Inquinamento, allarme Oms: “Uccide 1,7 milioni di bambini l’anno”

Legambiente: “Per contrastare l’inquinamento servono politiche lungimiranti che mettano al centro l’ambiente  e tutelino davvero la salute pubblica, l’ambiente e la qualità dell’aria”.

 

Grafica Divina

E alla vigilia dell’8 marzo, Legambiente ricorda l’impegno delle tante donne che si battono per un territorio più salubre in difesa dei loro bambini:  dalle mamme della terra dei fuochi a quelle di Brescia per arrivare alle Mantua Mothers di Mantova

“I dati diffusi dall’Oms sulla mortalità infantile legata all’inquinamento sono davvero preoccupanti e confermano ancora una volta gli effetti dannosi che l’inquinamento causa alla salute delle persone e dei più piccoli. Abbiamo città sempre più soffocate dallo smog, ma anche territori che ogni giorno subiscono attacchi di ogni tipo e che spesso vengono trasformati in discariche a cielo aperto, o luoghi dove tombare rifiuti o sversare sostanze inquinanti avvelenando fiumi, acque e mari. Per frenare questo scempio contro il territorio e la morte silenziosa per inquinamento, che causa nel mondo la morte di 1,7 milioni di bambini all’anno sotto i cinque anni, è indispensabile una lungimiranza politica e interventi preventivi sull’ambiente, oltre ad una costante campagna di informazione e sensibilizzazione nei confronti dei cittadini”, dichiara la presidente di Legambiente Rossella Muroni.

Secondo i due nuovi report dell’Organizzazione mondale della sanità, i rischi ambientali che rubano la vita a così tanti bambini sono soprattutto lo smog e l’inquinamento indoor, il fumo passivo, l’acqua non potabile, la carenza di servizi igienico-sanitari e igiene inadeguata. “In questi anni – prosegue la Muroni – se da una parte è aumentata la sensibilità degli italiani nei confronti dei temi ambientali, dall’altra parte abbiamo una politica che fatica a mettere davvero al centro della sua agenda l’ambiente, che per gli italiani è una parola che parla di futuro. Per questo ribadiamo l’urgenza di definire politiche ad hoc che tutelino veramente la salute pubblica, i territori e la qualità dell’aria, perché parlare di ambiente significa ripensare i luoghi in chiave moderna, avere una visione contemporanea e una percezione di come gli interventi urbanistici, orientati dalle questioni ambientali, si traducono in un di più di efficienza e socialità”.

 

Le ricette che Legambiente propone per liberare le città dallo smog e avere luoghi più salubri, accoglienti e innovativi, non puntano solo sulla mobilità e sulla trasformazione del traffico veicolare, ma anche all’abbandono del fossile per il riscaldamento urbano, alla riqualificazione degli edifici pubblici e privati e ad una maggiore efficienza energetica. “Occorre inoltre garantire – aggiunge la Muroni – un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, gli investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano”.

 

E nella lotta contro l’inquinamento, non va dimenticato il grande impegno dei cittadini, in primis delle tante donne che dicono no all’inquinamento e all’attacco senza scrupoli nei confronti dell’ambiente. Per questo alla vigilia dell’8 marzo, Legambiente ricorda l’impegno di quelle donne, che ogni giorno dal Nord al Sud Italia, denunciano i problemi e si battano per un ambiente più salubre e sano per salvare i propri bambini. Dalle mamme coraggio di Acerra, vere e proprie sentinelle del territorio, che da diversi anni denunciano quanto sta accadendo nei loro territori, a quelle bresciane di Castenedolo, soprannominate le “Mamme Volanti”. Perché per capire come era devastata la loro terra, hanno voluto guardarla dall’alto, da un piccolo areo, sorvolando discariche, laghetti artificiali, e scattando foto e girando filmati. Lo hanno fatto perché molti bimbi, si stanno ammalando, proprio come avviene nella terra dei fuochi campana. Per questo le Mamme Volanti si sono mobilitate per restituire un ambiente salubre ai loro bambini, in una zona ormai nota come la “Terra dei fuochi del nord” per il traffico di rifiuti illecito e le discariche abusive tra cave e tracciati autostradali inutili, con tanto di riscontri sanitari: malattie tumorali e respiratorie.

Anche a Mantova, dove l’aria mette a rischio la salute dei bambini, scendono in campo le donne, o meglio le “Mantua Mothers”. Si tratta di un gruppo di otto donne che uniscono competenze e provenienze diverse producendo materiali divulgativi, organizzando incontri pubblici e mettendo in campo tante iniziative. La più recente è ImpAriamo, progetto che coinvolge bambini e maestre di sei scuole nel monitorare, attraverso dei dispositivi mobili, i livelli del particolato. E i papà? Danno una mano anche loro insieme a medici ed esperti in diversi campi.

 

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