King of the minibar, il terzo album di Marti
King of the minibar, registrato tra Berlino, Londra e la Liguria per assecondare la natura e il suono internazionale del progetto, il disco conferma la ricchezza compositiva di Marti, progetto in cui la musica si nutre di influenze cinematografiche, letterarie e artistiche a 360 gradi. Cover e artwork del disco sono firmati dal celebre fumettista Igort.
Un disco pensato come una graphic novel ambientata in un hotel di Berlino a dieci stanze, tutte con il loro minibar, ognuna con il proprio ospite e la sua storia da raccontare.
C’è un marito naufrago che vive su una zattera alla deriva in mezzo al mare. C’è Mr Sophistication, il personaggio del film culto Assassinio di un allibratore cinese di John Cassavetes. C’è Evatima Tardo, un’artista fachiro di Vaudeville descritta da Houdini come una delle donne più belle del mondo e resa immune al dolore dal morso di un serpente letale. C’è ovviamente il re del minibar, colui che si siede sempre in un angolo, che entra solo per un pelo nell’inquadratura delle nostre giornate, delle nostre vite.
E’ ispirato e dedicato proprio a loro, a tutte le persone solo apparentemente ai margini della nostra prospettiva, King of the minibar, il terzo disco di Marti è uscito il 3 febbraio (Cassavetes Connection / Believe).
Progetto musicale del cantautore e attore genovese Andrea Bruschi, Marti chiude così una trilogia discografica iniziata con Unmade beds (2006) e proseguita con Better mistakes (2011), entrambi acclamati sia in Italia che all’estero.
Un album, quest’ultimo, internazionale nel dna: concepito a Berlino, affinato a Vienna e Praga, registrato tra Londra, Berlino e la Liguria con la produzione artistica di James Cook e l’ausilio in studio dei musicisti Simone Maggi e Claudia Natili.
Un album in cui musica, cinema, grafica e letteratura si fondono e si completano a vicenda. Lo dimostra la prestigiosa collaborazione del fumettista Igort (www.igort.com) che ha disegnato la cover, il libretto e l’intero artwork del disco. Lo dimostra la poliedricità stessa di Bruschi, che da anni affianca all’attività compositiva quella di attore in film e serie tv (in Mozart in the jungle, I Medici e 1993 le sue apparizioni più recenti).
“Ho amato quegli artisti – spiega Andrea Bruschi – che tra gli anni Settanta e Ottanta avevano una poetica inclusiva di tutte le forme d’arte: il cinema, la pittura, la letteratura, la recitazione, la performance. Grazie a quel filone musicale ho conosciuto l’arte e me ne sono innamorato”.
Al centro rimane sempre e comunque la componente musicale, che in questo lavoro Marti ha spinto verso orizzonti sempre più vasti, attingendo a piene mani dalle influenze multiculturali di quella Berlino in cui da otto anni Andrea Bruschi vive e compone.
Ci sono la new wave, il post-punk, il noir delle colonne sonore, la sperimentazione e il cabaret della scena tedesca, il cantautorato della tradizione italiana, l’amore incondizionato per David Bowie, Nick Cave e Depeche Mode, il gusto pop per il ritornello melodico.
“Cassavetes diceva: trovate persone che volete emulare e supportatele. Non importa dove siano e che forma d’arte facciano, sia musica o qualsiasi cosa. Supportatele perché, avanti nel percorso, saranno loro il vostro supporto”.