Si chiude per Greenpeace un altro anno di importanti battaglie e piccole e grandi vittorie. Il 2016 si è aperto con un segnale davvero molto positivo: ventisette aziende del distretto di Prato, il più grande distretto tessile d’Europa, hanno sottoscritto lo standard Detox di Greenpeace, il più elevato per una produzione senza sostanze tossiche nel settore dell’abbigliamento.\r\n\r\n \r\n\r\nA maggio abbiamo reso pubblici alcuni testi negoziali del TTIP, sino ad allora segreti, per assicurare la necessaria trasparenza e promuovere un dibattito informato su un trattato che potrebbe mettere a rischio clima, ambiente e sicurezza dei consumatori.\r\n\r\n \r\n\r\nIn questi dodici mesi abbiamo protestato pacificamente contro le trivellazioni petrolifere offshore, evitando l’assalto dei petrolieri a tratti di mare considerati dalla comunità scientifica internazionale come tra i più ricchi di vita del Mediterraneo, come quello nel Canale di Sicilia tra Capo Passero e Malta. Abbiamo contribuito ad accendere i riflettori sulla minaccia di un progetto di centrale a carbone a Saline Joniche, in Calabria, annullato proprio nelle ultime settimane.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo navigato con la nostra ammiraglia Rainbow Warrior da Bari a Lampedusa, consegnando all’isola un impianto fotovoltaico da 40 kW, acquistato grazie a un crowdfunding a cui hanno preso parte quasi mille persone e oggi già operativo. Abbiamo lottato, e continueremo a farlo, per un futuro energetico 100 per cento rinnovabile.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo denunciato il miope sovrasfruttamento del mare e i metodi distruttivi usati per pescare il tonno che finisce nelle scatolette. Ci siamo battuti contro la distruzione delle foreste indonesiane per produrre olio di palma e contro l’uso scriteriato in agricoltura del pericoloso erbicida glifosato.\r\n\r\n \r\n\r\nCi siamo emozionati con Ludovico Einaudi e la sua “Elegia per l’Artico” e abbiamo fatto sentire la nostra voce per sollecitare l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi sul clima. Ci siamo schierati con il popolo indigeno dei Munduruku contro il progetto di costruzione di una gigantesca diga idroelettrica a São Luiz do Tapajós, un progetto che avrebbe stravolto il cuore dell’Amazzonia, causando danni irreversibili per l’ambiente e minacciato le terre e la sopravvivenza di chi le abita. La diga è stata cancellata, ma i pericoli per l’Amazzonia – e per tutto il Pianeta – non sono finiti\r\n\r\n \r\n\r\nIl 2016 ha fatto segnare anche i 30 anni di presenza di Greenpeace in Italia (30anni.greenpeace.it) e i 45 dalla nascita di Greenpeace International: il 15 settembre del 1971 un gruppo di volontari partì infatti da Vancouver, a bordo del peschereccio Phyllis Cormack, per cercare di fermare dei test atomici statunitensi ad Amchitka, nel nord Pacifico.\r\n\r\nFonte: Greenpeace