Ormai tutti lo conoscono come The Iceman, perché Wim Hof ha legato indissolubilmente il suo nome alle imprese compiute a temperature così proibitive da rischiare la morte. Anche la scienza ufficiale si sta interessando da un po’ di tempo a quest’uomo al limite dell’ordinario, per studiare in che modo riesca ad interagire anche grazie alle basse temperature a cui si espone, con il suo sistema nervoso autonomo che proprio per definizione dovrebbe espletare le sue funzioni indipendentemente dalla volontà e dalla coscienza. Eppure Hof è convinto del fatto che quello che riesce a compiere non sia il frutto del suo essere in qualche modo speciale, e proprio per dimostrarlo ha scalato in quarantotto ore gli oltre cinquemila metri del Kilimangiaro a torso nudo e con i sandali in compagnia di ventisei persone. E nessuna di queste aveva esperienza di alpinismo e per di più molte erano malate. Sclerosi multipla, reumatismi, morbo di Crohn e tumori sono alcune delle patologie che affliggevano alcuni dei partecipanti.\r\n\r\nKoen de Jong ha conosciuto la storia di Wim Hof attraverso un documentario della BBC, lo vide immergersi in un lago ghiacciato in Islanda e nuotare per quindici minuti. Ha voluto assolutamente incontrarlo e raccontare in questo piccolo volume edito da Edizioni Il Punto d’Incontro la sua storia. Ne emerge il ritratto di un uomo dalla vita difficile, che ha però sempre seguito la sua spinta interiore, con la ferma volontà di divulgare quanto più possibile ad altri le sue scoperte, le tecniche che impiega, senza segreti né misteri. Non ci si aspetta da questo libro la trattazione esaustiva del metodo WHM, il Wim Hof Method, quanto piuttosto che faccia nascere nel lettore la curiosità e la voglia di capire e di conoscere di più. E questo assolutamente accade.\r\n\r\n \r\n\r\nArticolo di: Cinzia Ciarmatori
