I nuovi progetti delle compagnie petrolifere in Italia, Montenegro e Albania \r\n\r\nmettono a rischio il mar Adriatico\r\n\r\n \r\n\r\nLegambiente:“E’ ripartita la corsa all’oro nero, serve un’azione comune da parte di tutti i Paesi costieri per garantire un futuro fossil free”\r\n\r\n \r\n\r\n”In Croazia, dove il precedente governo ha introdotto una moratoria generale delle prospezioni petrolifere in mare, la concreta prospettiva dell’apertura di una fase di ricerca tramite il metodo dell’Airgun in Italia, allarma le istituzioni perché minaccia la biodiversità ed il turismo anche di qua dell’Adriatico”. È questo quanto emerge dai primi incontri internazionali, che si sono tenuti a Dubrovnick e Bar, della coalizione One Adriatic, alla quale aderisce anche Legambiente e che riunisce associazioni ambientaliste di tutti i paesi che si affacciano sul mare orientale. Legambiente con Goletta Verde No Oil ha iniziato il suo viaggio nel Mar Adriatico, con tappa in questi giorni in Croazia e in Montenegro per poi terminare a fine settimana in Albania, per dare voce alle associazioni ed alla società civile che su entrambe le sponde dell’Adriatico si battono contro le trivellazioni e l’estrazione di idrocarburi.\r\n\r\nL’obiettivo è di fermare le attività estrattiva nel mar Adriatico e fare in modo che questa diventi una sfida comune di tutti i Governi costieri. Per questo Legambiente e le altre associazioni hanno richiamato l’importanza di portare il tema a livello europeo, dove le controversie frontaliere possono essere superate nel nome di un bene comune e nell’ottica degli impegni comunitari per il clima.\r\n\r\n \r\n\r\nLa moratoria della Croazia non è bastata a fermare la corsa al petrolio nel mar Adriatico. In Montenegro ed Albania, infatti, sono stati recentemente approvati nuovi progetti di ricerca, che vedono tra l’altro come protagonista l’ENI, in partnership con altre compagnie. La compagnia italiana è tra quelle maggiormente interessate alle nuove attività di ricerca e in futuro all’estrazione di idrocarburi in questo tratto di adriatico e, prima della moratoria, anche in Croazia. Inoltre il nostro Paese è quello che ospita la maggior parte delle piattaforme attive oggi in Adriatico e che vede i maggiori progetti di prospezione e ricerca in fase di autorizzazione.\r\n\r\n \r\n\r\n”Il recente via libera alle prospezioni su ben 35.000 kmq, ovvero lungo tutto l’Adriatico italiano, insieme ai progetti di ricerca tra Montenegro e Albania, conferma che la corsa all’oro nero in Adriatico è ripartita. E l’Italia oggi ne è il principale protagonista, a differenza di Paesi, come la Croazia, che hanno invece fermato le attività nel mare di propria competenza. Inoltre in Croazia e Montenegro si è portata a termine la Valutazione Strategica Transfrontaliera per una valutazione di queste attività che tenesse conto degli impatti su tutta l’area adriatica, come previsto dalla normativa europea. Nel caso dell’Italia, neanche quello. Per questo chiediamo al nostro Governo un impegno particolare nel fermare l’estrazione di idrocarburi in mare, facendosi promotore anche nei confronti degli altri Paesi che si affacciano su questo bacino, di un diverso sviluppo economico, sociale e ambientale e promuovere un’economia fossil-free per un futuro pulito, efficiente e rinnovabile.”– commenta Rossella Muroni, president nazionale di Legambiente.\r\n\r\n \r\n\r\n“Dagli incontri di questi giorni sta emergendo forte l’esigenza di una politica diversa che tuteli il mare Adriatico e rispetti l’economia e le attività delle Comunità locali – dichiara Mattia Lolli, portavoce di Goletta Verde No Oil.- Infatti il turismo sulla costa croata e montenegrina vede come punto di forza principale proprio il valore naturalistico e il prezioso patrimonio di biodiversità marina, che caratterizza queste aree dai fondali rocciosi: delfini, branchi di pesce, bellezza naturale della costa sono l’obiettivo di migliaia di piccole imbarcazioni che portano i turisti al largo per crociere di un giorno e il motore di un’economia che attira decine di migliaia di diportisti nei porti dell’adriatico dell’est. Tutto questo risulta difficilmente compatibile con un’espansione delle attività petrolifere nel mar Adriatico. L’esperienza della coalizione One Adriatic dimostra come le associazioni e la società civile su entrambe le sponde vogliano un futuro sostenibile per il nostro Mare, ora bisogna fare in modo che anche i Governi agiscano di conseguenza.”\r\n\r\n \r\n\r\nLa campagna Goletta No Oil farà l’ultima tappa a Valona in Albania.\r\n\r\nFonte: Legambiente