Luca Cavaleri è di recente stato insignito del premio OSA! Oustsider Scents Award con la seguente motivazione:\r\n\r\n”Del lavoro di Luca Cavaleri si è apprezzata la messa a fuoco della palette olfattiva attraverso una selezione concisa di ingredienti caratteristici del territorio locale e una particolare aderenza al tema proposto. Questa semplicità ha permesso all’autore di avere maggior padronanza del mezzo espressivo. La nota “finocchio marino” protagonista di Lumière Verte esprime una concezione arcaica e allo stesso tempo contemporanea. Arcaica perché lo Chypre francese prevedeva in passato anche l’uso di note aromatico/anisate. Contemporanea per l’idea di naturalezza e di freschezza cristallina che il finocchio riesce a trasmettere insieme ai sentori verdi del galbano. L’originalità della composizione, apprezzata dalla giuria, consiste in una costruzione chypre verde che trova poche referenze nella genealogia delle fragranze e che qui brilla per equilibrio e grande eleganza.”\r\n\r\n \r\n\r\nIl tuo primo ricordo legato al profumo?\r\n\r\nA casa di mia nonna, l’odore della maggiorana lasciata ad essiccare sulla credenza.\r\n\r\n \r\n\r\n Cosa è un profumo per te?\r\n\r\nUn opera d’arte in cui ritrovare una realtà esterna di se stessi.\r\n\r\n \r\n\r\nIl tuo percorso artistico.\r\n\r\nNel 2009 mi sono laureato con lode in comunicazione visiva, all’accademia di belle arti di Macerata, con una tesi in filosofia dell’arte e antropologia culturale, attualmente gestisco l’ufficio grafico di due aziende.\r\n\r\nPer quanto riguarda il profumo è una passione che, consapevolmente coltivo da pochi anni, ma ricordo che fin da piccolo appena avevo due lire da parte le buttavo in profumi, quando non li rubavo a mio fratello o a mia madre… Poi di recente ho conosciuto la profumeria artistica e da lì ho deciso di approfondire. Per quanto riguarda la composizione sono principiante ed autodidatta, purtroppo non ho ancora avuto modo di frequentare corsi; finora mi sono documentato online, ma spero di rimediare presto.\r\n\r\n \r\n\r\nProfumi sacri, beni di lusso, come mai il profumo da sempre fa parlare di sè? Dai riti religiosi ai romanzi, alle poesie.\r\n\r\nQuesta domanda mi piace quindi mi dilungo un po’…\r\n\r\nLa quasi totalità delle forme religiose primitive, attuava attraverso il rito l’alterazione dello stato di coscienza, come porta d’accesso ad una realtà spirituale.\r\n\r\nBruciare incenso o altre resine era parte integrante dei riti ed aveva lo scopo magico di creare un’unione del terreno con il divino: L’ascesa del fumo creava quella dimensione simbolica in cui avveniva l’unione (syn-ballein) del basso con l’alto. Citando il dizionario filosofico di Abbagnano, la funzione del rito era quella di ottenere una certa garanzia di salvezza nei confronti di forze naturali (il fulmine, il tuono, la pioggia) che all’epoca sfuggivano alla comprensione dell’uomo. Allo stesso modo l’antropologo Ernesto de Martino afferma che la magia, e con essa i suoi rituali era la risposta alla “crisi della presenza”, alla minaccia delle forze incontrollabili della natura che potevano mettere a rischio il «ci sono» dell’uomo, il suo «esserci nel mondo».\r\n\r\nNella società contemporanea e secolarizzata questi rituali si sono ormai trasformati passando dalla sfera sacra a quella profana. Oggi non sono più i tuoni o i fulmini a spaventarci, ma resta la paura di “non esserci” agli occhi di una società che risponde sempre più ad una impostazione di pensiero tendenzialmente solipsista. Credo che il profumo, così come i riti legati all’apparire o i riti d’aggregazione, svolgano ancora la loro funzione di garanti della nostra “presenza” nei confronti degli altri e spesso, nei confronti di noi stessi.\r\n\r\n \r\n\r\nChe caratteristiche deve avere per te un profumo?\r\n\r\nBeh al di la del gusto personale, per me il profumo, materie prime permettendo, deve essere persistente e diffusivo. Se dura poco o se lo sento solo io, per me non ha senso, anche alla luce di quando detto sopra.\r\n\r\n \r\n\r\nCosa è cambiato negli ultimi anni nella creazione di un profumo?\r\n\r\nOddio, ripeto, sono un principiante, rischio di dire delle fesserie quindi passo.\r\n\r\n \r\n\r\n Il tuo processo creativo \r\n\r\nIn generale, credo di aver bisogno di una nota cardine che mi stimoli, attorno alla quale costruire qualcosa. Nel caso del profumo per OSA, è successo che tempo fa fui invitato a cena da un’amica che mi offrì come contorno del finocchio marino sott’olio. Qui dalle mie parti viene chiamato “pacca sassi” e si serve come contorno ai piatti di pesce. Io restai incantato dall’odore dell’olio nel barattolo, che aveva preso l’aroma di questa erba, tanto che decisi di comprarne l’olio essenziale ed iniziare a “giocarci”. Il tema assegnato dall’OSA è capitato decisamente a fagiolo per sperimentare un accordo Chypre al quale ho voluto legare questa ed altre note.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSe tu dovessi descrivere il tuo lavoro paragonandolo ad un’opera d’arte (pittura, scultura, musica, cinema etc) quale sarebbe?\r\n\r\nSicuramente pittura. Mi trovo spesso ad associare odori e colori, così come odori a immagini e luoghi o ricordi. Forse anche la poesia simbolista, ricca di sinestesie, può suggerire certi legame.\r\n\r\n \r\n\r\nI creatori di profumo si chiamano Nasi. La proposa di un termine migliore e più consono?\r\n\r\nBeh in Francia per fortuna li chiamano “maitre parfumeur”… in alternativa, non saprei… compositore olfattivo?\r\n\r\n \r\n\r\nProgetti futuri.\r\n\r\nSedici anni fa un amico mi trascinò per forza ad un corso di ballo che non avevo nessuna voglia di frequentare. Poco tempo dopo mi ero ero già appassionato alla cosa, ma all’epoca non potevo sapere che dopo 10 anni sarei arrivato a gareggiare ai campionati italiani in classe A, o che sarei diventato insegnante.\r\n\r\nNon so cosa succederà coi profumi tra 10 anni, ma sono sicuro che sarà bellissimo.\r\n\r\n \r\n\r\nIntervita di: Luca Ramacciotti\r\n\r\n