\r\n\r\nCani e gatti, si sa, sono profondamente differenti. E non lo sono solo per aspetto, abitudini, comportamento, lo sono anche per le modalità di alimentazione nonostante siano entrambi dei carnivori. Mentre il cane infatti è solito cibarsi anche di alimenti predigeriti o in stato più o meno avanzato di decomposizione, il gatto è solito mangiare subito le prede che cattura, topi, ratti, uccelli, rettili come le lucertole, ma anche pesci e insetti. Non possiamo certo pensare che gli ultimi cinquant’anni di alimenti industriali dalla dubbia composizione e spesso ricchissimi di cereali abbiano potuto interferire sulle necessità del discendente domestico del gatto selvatico. La saliva priva di enzimi digestivi, i denti atti a strappare la carne e non a triturare, il pH dello stomaco estremamente acido fanno si che questo splendido animale sia in grado di digerire in poche ore carne cruda e ossa. Senza dimenticare che il loro fegato è in grado di sintetizzare nutrienti importanti che le specie onnivore ed erbivore devono invece trarre dai carboidrati. Sembrerebbe ovvio quindi che una corretta alimentazione per il gatto deve contenere un elevato contenuto di proteine animali, un modico apporto di grassi e una minima parte di vegetali. Eppure non è così ovvio se confrontiamo le caratteristiche nutrizionali di una preda a quelle dei croccantini con i quali siamo soliti alimentarli. Ecco perché un piccolo manuale come questo, scritto dalla tedesca Doreen Fiedler, con la prefazione all’edizione italiana del Medico Veterinario Omeopata David Bettio, diventa quanto mai prezioso: lo diventa perché in modo semplice fornisce una chiave di lettura differente alle tante (troppe) patologie che affliggono i gatti domestici e aiuta a rieducarli ad un’alimentazione secondo natura, che rispetti non solo i loro gusti, ma anche e soprattutto le loro necessità e il loro diritto alla salute.\r\n\r\n \r\n\r\nDoreen Fielder\r\n\r\nLa dieta Barf per gatti\r\n\r\nManuale di Alimentazione Naturale\r\n\r\nMacro Edizioni\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nArticolo di: Cinzia Ciarmatori
