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Conosciamo meglio Ermano Picco

Incontriamo Ermano Picco esperto, storico, appassionato di profumi che conduce gli amanti, i neofiti e i semplici curiosi alla scoperta di questo particolare mondo artistico attraverso il suo blog La gardenia all’occhiello (https://lagardenianellocchiello.blogspot.it/)

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\r\nCome nasce la Gardenia all’occhiello e perché?\r\nNei primi anni 2000 la comunità di Basenotes era l’unica risorsa utile online per gli appassionati di profumeria. È stata un punto di partenza per me e per molti altri che oggi sono voci autorevoli della blogosfera. Nel 2005 venni invitato dall’esperto di profumi Marlen Harrison a scrivere in lingua inglese per Perfume Critic, un progetto editoriale a cui ho partecipato per oltre un anno. Poi per vari motivi smisi di scrivere sul web, ma non di interessarmi alla profumeria. La voglia di continuare una sorta di diario iniziatico delle mie scoperte olfattive, per tenerne traccia, ma anche per condividerle, era molta. Così, spinto da diversi amici, nel 2010 mi sono deciso ad aprire un blog personale, La Gardenia nell’Occhiello che tengo tuttora in italiano ed inglese.\r\n\r\n \r\n\r\nErmano Picco e i profumi. Quando nasce questa passione e come l’hai sviluppata?\r\nLa passione per gli odori in generale forse c’era già prima di nascere, chissà. Dicono fin dai primi mesi il feto senta già nel grembo materno i suoni e gli odori. Sicuramente fin da piccolo ero stregato dal profumo. Ricordo che già a cinque anni rubavo di nascosto O de Lancome dal beauty di mia madre. La natura è un gran maestro: ho passato l’infanzia in campagna e sicuramente quello è stato una inconsapevole palestra olfattiva: certi aromi non te li scordi più.\r\n\r\nPoi dall’adolescenza arriva la curiosità per il mondo della profumeria. In quegli anni indossare ora questa, ora quella fragranza quasi fossero dei ruoli era un gioco entusiasmante. Allora conoscevo solo la profumeria commerciale con le sue divisioni nette fra maschile e femminile, anche se di tanto in tanto già mi divertito a scavalcare i generi.\r\n\r\nIl salto però avviene nel 2003, scoprendo che esisteva sul web una folta comunità di appassionati come me, gente da tutto il mondo interessata a confrontarsi e a condividere conoscenza. Quello mi ha aperto un mondo. Da li sono seguiti poi libri, incontri ed un percorso di formazione sempre più affascinante e tecnico su vari aspetti del profumo fra cui le materie prime che lo compongono.\r\n\r\n \r\n\r\n Uno, nessuno o centomila… profumi? Perché?\r\nPerchè è divertente! Gioco ancora ad interpretare i miei stati d’animo, ad assecondarli, oppure a mascherarli con un profumo. Un po’ come fanno tanti, anche in modo inconsapevole con l’abbigliamento. Credo faccia parte della voglia di comunicare se stessi e di cogliere le reazioni di chi ci sta intorno.\r\n\r\n \r\n\r\nCome si dovrebbe scegliere un profumo?\r\nÈ la pelle che sceglie. Sentire un profumo su un’altra persona può essere completamente diverso dal sentirlo su noi stessi per diversi motivi. Quello che consiglio sempre è di entrare in profumeria, e sentire su carta non più di 5 profumi. Una persona non particolarmente allenata, farebbe fatica a sentirne di più perché il naso si affatica presto. Scelti fra questi quei 2-3 che intrigano, provateli sempre su pelle e poi uscite all’aria aperta. Le profumerie sono ambienti dove si spruzza profumo in continuazione e l’aria è satura. Respirando all’aria aperta, si può godere dell’evoluzione che la fragranza ha su di noi e capire se ci piace non solo dalle prime note, ma anche nel suo carattere generale. È un po’ come uscire con qualcuno: non bastano le prime battute per decidere di frequentarsi, no?\r\n\r\n \r\n\r\nProfumeria di nicchia contro quella industriale, ma vale sempre questo assioma?\r\nDon Camillo o Peppone? Quanto ci piace ragionare per comparti stagni. L’unica distinzione che pongo è quella fra buone e cattive fragranze. La realtà della profumeria è sempre più sfumata e diversi marchi commerciali come Hermès, Chanel o Cartier per citarne alcuni, non hanno nulla da invidiare nelle loro proposte a molta profumeria selettiva. Certo cambia la strategia distributiva, ma marchi come quelli che ho citato hanno scelto di impostare la loro profumeria come un vero e proprio atelier. Esiste un direttore creativo, un Parfumeur Maison che realizza tutte le fragranze in modo coerente e con un’impronta ben precisa. Uno sforzo così grande di solito ti permette di osare maggiormente con creatività ed un budget congruo. Si tratta di un approccio decisamente sartoriale che ora perfino la profumeria di nicchia sta un po’ perdendo di vista.\r\n\r\n \r\n

Grafica Divina

Come può un neofita avvicinarsi al mondo dei profumi? Visite in profumeria? Libri? Seminari?\r\nIntanto annusando consapevolmente. Per fortuna il naso non è un’appendice che possiamo accendere e spegnere a commando. È li, al centro del viso e ci aiuta a percepire la realtà: un cibo che mangiamo, un fiore o una particolare via della città. Basta rendersene conto.\r\nLo stesso vale sentendo un profumo, cercando di coglierne l’evoluzione e le sfumature. Oggi poi esistono tante proposte anche in Italia, dalle giornate aperte alle fiere di settore agli eventi culturali come Smell Festival a Bologna, alle scuole come Mouillettes&Co e anche ai forum di appassionati come il forum di Adjiumi. Non è difficile quindi partecipare ad incontri e percorsi olfattivi introduttivi e perfino corsi a più tecnici. Anche i libri sono utili, a partire da un classico della letteratura come il Profumo di Suskind.

\r\n \r\n\r\nIl profumo è un bene di lusso oppure no?\r\nIl profumo prima di tutto è un bene, nel senso che fa bene. Stimola lo spirito e oramai è dimostrato dalla scienza che alcune sostanze possano avere una influenza positiva anche sull’organismo. Anche senza spendere una fortuna, ci sono fragranze godibili create da grandi profumieri con un buon rapporto qualità-prezzo. Penso a marchi come Yves Rocher o L’Occitane en Provence ad esempio. Alla fine l’importante è che un profumo ci dia gioia indossandolo e questo è un lusso impagabile.\r\n\r\n \r\n\r\nUn profumo estivo, uno autunnale, uno invernale ed uno primaverile.\r\nLa primavera è un’esplosione verde e floreale, quindi scelgo Mito di Vero Kern. In estate amo i fiori bianchi che mi portano al sole e alla vacanza, quindi scelgo Pichola di Neela Vermeire. I colori dell’autunno mi portano a Fundamental di Rubini coi sentori di uva e tabacco. In inverno mi riscaldo di ambre animali, quindi scelgo Absolue pour le soir de Francis Kurkdjian.\r\n\r\n \r\n\r\nIl sentore che ami maggiormente?\r\nAmo follemente il gelsomino: il suo profumo ipnotico mi inebria e mi fa star bene. Non è un caso che faccia tesoro nella mia collezione vintage del mitico Joy di Jean Patou, il bouquet di gelsomini più sontuoso mai creato.\r\n\r\n \r\n\r\nIntervista di: Luca Ramacciotti\r\n\r\nFoto di: Joseph Caruso

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