Quando e sotto quali spinte si formano gli Absent Feet?\r\n\r\nGli Absent Feet nascono nel 2010 da un idea mia (Andrea De Ritis, voce e tastiera), l’unico a non aver mai preso in mano uno strumento prima, rispetto agli altri membri della band che avevano suonato già in altre formazioni. L’idea di fondare il gruppo mi venne metre guardavo TRL, il vecchio programma di Mtv, dove si stava esibendo una band italiana di dubio talento artistico, e mi dissi “possiamo fare sicuramente di meglio”, e così proposi l’idea a mio fratello Daniele,che automaticamente chiamò all’appello gli altri amici di quartiere.\r\n\r\nCosa vi accomuna e cosa vi differenzia?\r\n\r\nCi accomuna il fatto di vedere le cose sempre sotto il giusto aspetto critico e non così come ci vengono spiattellate. Per il resto siamo molto diversi, sia in quanto a gusti musicali sia in quanto ad abitudini di vita. Con mio fratello condivido l’ amore per il cinema e il cibo, per il resto ci scanniamo su tutto, è un tipo un po logorroico, ma al cinema e a tavola non si parla, per questo andiamo d’accordo.\r\n\r\nCome nascono le vostre canzoni?\r\n\r\nI testi li scriviamo io e mio fratello. Finora io ho scritto quelli che canto io e lui quelle che canta lui. Quelli che scrivo io sono comunque sempre sottoposti alla sua supervisione, in quanto più bravo di me con l’inglese. Di IMAGINERATION io ho scritto Carillon, All for free e Gonna get you, tutto il resto lui. La musica dipende dai brani, alcuni vengono già con un idea forte principalmente da me e mio fratello, altri nascono in sala, ma ogniuno di noi contribuisce in modo determinante sulla propria parte di strumento.\r\n\r\nCosa è confluito in Imagineration?\r\n\r\nCredo che ne siano confluiti un insieme di sentimenti diversi di persone diverse, ma incanalati sotto lo stesso precesso artistico. Voglio dire che siamo riusciti a trovare una giusta identità artistica, e questa si fa sempre più marcata con il passare del tempo, quindi credo che i prossimi lavori avranno ancor più quel qualcosa che ti fa dire già dal primo ascolto “ok, questi sono gli absent feet”.\r\nSu che base avete scelto i sngoli che lo hanno anticipati Chikens e Carillon?\r\n\r\nChickens l’abbiamo scelta perche avevamo un idea forte del video, e perche è molto diretta e sbarazzina, perfetta per un esordio. Carillon perche è una ballata, e le ballate fanno sempre molto presa sul grande pubblico.\r\n\r\nC’è un filo rosso che unisce l’album?\r\n\r\nIn realtà credo di no, e per molti questo potrebbe essere un punto a sfavore, ma per quanto ci riguarda, questa incoerenza tra un brano e l’altro ci rende orgogliosi, in quanto ci ha dato prova di essere capaci di spaziare molto dal punto di vista del sound, e credo che questo comporti anche molta meno noia dal punto di vista dell’ ascoltatore.\r\n\r\nCosa vi aspettate da questo vostro nuovo lavoro?\r\n\r\nCi aspettiamo di poterlo suonare molto dal vivo, ovunque ce ne sia la possibilità, perche il live è la vera cartina al tornasole dell’ artista, è li che testa la sua vera bravura. Ma purtroppo abbiamo un cattivo feeling con i localari e questo complica un po le cose.\r\n\r\n \r\n\r\nIntervista di: Matilde Alfieri