I sensi, le esperienze olfattive, i ricordi, le immagini che i sentori evocano in noi, le emozioni. Tutto questo sta alla base dei profumi di Antonio Alessandria che ci riceve nel suo boudoir.\r\n\r\nQuale è il primo ricordo legato al profumo di Antonio Alessandria?\r\n\r\nIl mio primo ricordo legato al profumo è quello della colonia che mia madre usava per me. Dopo ero io stesso a chiedere di poterla usare se lei si dimenticava.\r\n\r\nCosa è Boudoir 36? Un luogo di sensi? Di piacere? Perché questo nome?\r\n\r\nIl boudoir è un salotto privato. Nella creazione di Boudoir 36 ho voluto che un luogo pubblico, una profumeria, potesse trasformarsi in un luogo privato, ovvero che fosse percepito come tale. Un luogo dove, prima di acquistare si scopre un mondo e si apprezza l’arte dell’olfatto, ovvero la profumeria.\r\n\r\nDa un percorso diametralmente opposto (lo è solo in apparenza?) come è arrivato a ideare dei profumi?\r\n\r\nSono stato da sempre affascinato da tutto ciò che riguarda i sensi. Amo il buon cibo, sin da piccolo ho sempre dato una grande importanza alla musica e al bello. Scoprire che dietro un odore potesse nascondersi un mondo da raccontare è stata una vera e propria fulminazione! Ho iniziato a raccontare la mia passione per la profumeria artistica ad amici e colleghi e poi non sono riuscito a fermarmi. Ho deciso di approfondire in maniera seria e metodica la mia passione per avere gli strumenti che potessero permettermi di raccontare delle storie tramite le sensazioni olfattive. Dopo gli studi, creare è stata un’esigenza.\r\n\r\n I profumi si comperano anche con gli occhi, l’ideazione dei suoi contenitori.\r\n\r\nIn effetti è vero che spesso siamo sedotti dal flacone. Tuttavia nel mio Boudoir 36 sono io a condurre il cliente a sentire quello che mi sembra più adatto alle sue esigenze e alle sue richieste. Quindi spesso capita che il cliente non veda il flacone del profumo. Questo spinge a scegliere soprattutto in base a quello che suscita il profumo.\r\n\r\nPer quanto riguarda i flaconi dei miei profumi mi sono comunque ispirato ad uno dei periodi che reputo più interessanti dal punto di vista dello sviluppo delle arti decorative: il periodo dell’art deco.\r\n\r\n Quando e come decide di iniziare lo studio di un nuovo profumo?\r\n\r\nQuando devo iniziare ad affrontare la creazione di una fragranza parto prima di tutto dalla storia che voglio raccontare. Dai cardini della storia scelgo il tema e le materie prime che più direttamente possano raccontarne l’atmosfera. Dopo passo a modellare, a piccoli passi, la forma olfattiva cercando di renderla ricca e sfaccettata.\r\n\r\nCosa influenza le idee olfattive di Antonio Alessandria?\r\n\r\nIndubbiamente sono molto influenzato dalla profumeria del passato. Mi piacciono i profumi ricchi ed opulenti, le strutture complesse che riescono sempre a riservare delle sorprese.\r\n\r\nUn breve excursus tra i suoi lavori, come ce li presenterebbe?\r\n\r\nI primi tre profumi della mia linea erano ispirati alla luna, alla simbologia legata all’astro in tutte le culture, al mistero della sua faccia nascosta. Ma soprattutto quello che mi seduce è il modo in cui la percezione di qualsiasi oggetto sia differente alla luce della luna, rispetto alla luce del giorno. Così come noi siamo diversi quando indossiamo un profumo. La quarta fragranza invece è il racconto olfattivo di un mio ricordo di infanzia. Tuttavia c’è una presenza costante nelle mie composizioni: il legame con la carnalità del profumo e quindi l’utilizzo di note animali e cuoiate.\r\n\r\nPerché le persone stanno riscoprendo il mondo del profumo d’autore?\r\n\r\nIl mondo del profumo d’autore è una alternativa alla massificazione. Scopre il profumo artistico chi ha voglia di distinguersi e chi vuole lasciare una traccia olfattiva diversa da quelle che si sentono in giro nella quotidianità. In genere noi italiani abbiamo una buona inclinazione verso la qualità, il bello e l’individualismo. Forse sarà questo il motivo per cui in Italia la profumeria artistica è più diffusa rispetto ad altri paesi.\r\n\r\nUn sentore che non ama ed uno a cui non rinuncerebbe mai.\r\n\r\nDa quando lavoro in profumeria difficilmente ci sono degli odori che non amo. Forse quello che mi coinvolge meno è la nota marina perché per anni ha rappresentato la massificazione della profumeria.\r\n\r\nPer quanto riguarda quello che più amo, probabilmente ho già risposto in una domanda precedente. Tuttavia aggiungerei anche i sentori legnosi, scuri e complessi.\r\n\r\nSe i suoi profumi fossero:\r\n\r\nun quadro:\r\n\r\nuna natura morta fiamminga o un dipinto di vanitas\r\n\r\nuna scultura:\r\n\r\nun complesso scultoreo in marmo bianco\r\n\r\nun film:\r\n\r\nuno in cui la scenografia è molto ricca di particolari, per esempio L’Età dell’innocenza\r\n\r\nuna musica:\r\n\r\nun concerto per orchestra e violino solista\r\n\r\n \r\n\r\nIntervista di: Luca Ramacciotti