“Sleeping beauty”\r\n\r\nè il titolo del terzo album,\r\n\r\nin uscita il 19 aprile.\r\n\r\n \r\n\r\nA quasi quattro anni di distanza dal secondo album, Persian Pelican aggiunge un altro tassello alla sua discografia con “Sleeping Beauty”, un album solare ed evocativo, composto da tredici canzoni “che danzano nella realtà per insegnare alla ragione il linguaggio dei sogni”, in uscita il 19 aprile 2016 grazie ad una coproduzione tra La Famosa Etichetta Trovarobato, Malintenti Dischi e Bomba Dischi.\r\n\r\n \r\n\r\nRispetto ai lavori precedenti, l’alt-folk del songwriter marchigiano Andrea Pulcini, che del disco ha scritto musiche e testi, si differenzia questa volta per atmosfere più luminose ed elettriche che spesso dilatano la forma canzone con loop, brani con piccole scie psichedeliche ben supportate dalle ritmiche di Marcello Piccinini (Beatrice Antolini). Non mancano nel disco aperture melodiche ed episodi più acustici. In uno dei tredici brani (la tracklist completa verrà svelata nei prossimi giorni) fa capolino l’inconfondibile voce del raffinato folksinger americano Tom Brosseau.\r\n\r\n \r\n\r\n“Leitmotiv dell’album è il sogno lucido, strumento prezioso per affrontare quotidiane paure, inibizioni o perdite dolorose. Un invito a risvegliare la ‘bella addormentata’ che riposa in ognuno di noi per stimolare la creatività, dimenticare gli egoismi ed abbandonarsi a un’armonica ‘danza della realtà’ di jodorowskiana memoria”, racconta l’artista, che nell’album è accompagnato da Marcello Piccinini (batteria e percussioni), Daniele Gennaretti (basso, chitarre, coro), Paola Mirabella (cori, batteria).\r\n\r\n \r\n\r\nLa produzione artistica di “Sleeping Beauty” è stata curata dallo stesso Persian Pelican, con la collaborazione di Paola Mirabella (Honeybird & the birdies, Vincent Butter) e Daniele Gennaretti (Bud Spencer Blues Explosion, Vadoinmessico, Western Noise Orchestra, Giovanni Truppi) che inoltre ha curato personalmente la registrazione ed il missaggio di tutti i brani.\r\n\r\n \r\n\r\nPersian Pelican è un progetto di musica folk manipolata geneticamente in cui Andrea Pulcini miscela songwriting americano, indigestioni di cinema iraniano e melodrammi di Douglas Sirk, racconti di carattere onirico e di piccole depravazioni quotidiane. \r\n\r\nIl primo album “These cats wear skirts to expiate original sin”, esce nel settembre 2008 e raccoglie subito i favori della critica che lo definisce come ‘intimista e sorprendente, capace di trasportare l’ascoltatore in un trascinante spleen da cui è difficile liberarsi’. Nel 2010 si trasferisce per due anni a Barcellona dove nascono i brani del secondo disco “How to prevent a cold” (dicembre 2012). Al suo interno, dodici paesaggi sonori appena venati di elettricità, che abbracciano la forma canzone e la melodia pur frequentandone i sentieri meno battuti.\r\n\r\nTornato a Roma inizia un’intensa attività live che lo porta a dividere il palco con Paolo Benvegnù, Rover, Father Murphy, A Classic Education. King of the Opera, C+C=Maxigross, The Burning Hell, Dawn Landes, Sylvie Lewis, Honeybird & the birdies e far parte del Liverpool Sound City Festival.\r\n\r\nPer info: https://www.facebook.com/persianpelican/ – https://persianpelican.tumblr.com/\r\n\r\n \r\n\r\nFonte: Gabriele Lo Piccolo