\r\n\r\nAlle soglie dei sessant’anni, Anders Hill, consulente finanziario di successo, proprietario di una bella casa in un quartiere residenziale di lusso, sposato e padre, decide di cambiare vita.\r\n\r\n \r\n\r\nVa in pensione anticipata, divorzia, e si trova improvvisamente ad avere molto tempo e pochi denari a disposizione. Ma senza l’identità sicura che si è costruito a fatica, senza la presenza rassicurante di una moglie di lunga data, Anders riapre una ferita mai rimarginata, quella del rapporto irrisolto con il padre. E la sua scelta avrà conseguenze irreversibili per la generazione dei figli, non solo suoi. È proprio Charlie, il figlio adolescente di amici di famiglia, a offrire a un Anders spaesato, durante un party di Natale, una dose di pcp. Il ragazzo è affascinato da quell’uomo maturo così diverso dai suoi genitori, ma durante la festa si accascia per un’overdose. Anders, pieno di rimorso, va a trovarlo in ospedale, e cerca di aiutarlo. Intanto cerca anche di rivivere gli anni del college, della ribellione a un padre opprimente, dell’amore per Helen, e del troppo tempo passato a far carriera dopo il matrimonio per essere all’altezza della ricca famiglia wasp della moglie. Sotto il microscopio attivato dalla scrittura brillante di Thompson, la vita nei quartieri residenziali di lusso viene vivisezionata senza pietà, come nei romanzi di Cheever e Updike, e in alcuni film di grande successo, da Tempesta di ghiaccio a American Beauty: ipocrisie, tradimenti coniugali e non, rivalità sociali, indifferenza verso i problemi dei figli. Lo stesso accade all’ambiente delle banche e delle finanziarie protagoniste del boom dei decenni passati, quelle che hanno portato alla crisi che stiamo vivendo: a un certo punto Anders rifiuta un incarico ai limiti della disonestà che potrebbe permettergli di vivere in grande stile a Manhattan, e «si accontenta» di un lavoro da pendolare di lusso, ma la scelta non basterà a calmare il suo disagio. Anche se Thompson è maestro nell’alleggerire il racconto di questa America spietata con una vena sottile di ironia, a volte di comicità, il lettore percepisce un finale non certo lieto. Se non si vuole considerare tale la scelta finale, di solitudine consapevole, di Anders e del figlio Preston.\r\n\r\n \r\n\r\nI GIUDIZI DELLA STAMPA:\r\n\r\n«Accorato, empatico, pieno di humour… Thompson ci offre il suo sguardo su una famiglia e un paese dolenti».\r\n\r\n«Booklist»\r\n\r\n \r\n\r\n«Thompson ci racconta le dolorose delusioni e la capacità di resilienza di una famiglia».\r\n\r\nMaggie Shipstead, autrice di Festa di nozze\r\n\r\n \r\n\r\n«Il ritratto di un matrimonio che si disfa e di una cultura che si sbriciola».\r\n\r\n«San Francisco Chronicle»\r\n\r\n \r\n\r\n«Il punto di vista elegiaco e insieme compassionevole richiama il confronto con Updike e Cheever».\r\n\r\n«The Wall Street Journal Magazine»\r\n\r\n \r\n\r\n«Un esordio divertente, agrodolce…».\r\n\r\n«Washington Independent Review of Books»\r\n\r\n \r\n\r\nNato in Connecticut, si è laureato al Iowa Writers’ Workshop, dove ha ricevuto la borsa di studio Truman Capote. I suoi scritti sono apparsi in «Tin House», «American Short Fiction» e «Best New American Voices». Il suo primo romanzo, La seconda vita di Anders Hill, è stato finalista al Flaherty-Dunnan First Novel Prize. Vive a Brooklyn con la moglie e il cane Raisin.\r\n\r\nFonte: Elena Cassarotto