\r\n\r\nGreenpeace racconta il suo 2015 con le immagini più significative dell’anno che si sta per concludere. Dodici mesi importanti per i “Guerrieri dell’arcobaleno” e per tutto il movimento ambientalista globale, con numerosi traguardi raggiunti da chi si batte quotidianamente per la tutela del nostro Pianeta.\r\n\r\n \r\n\r\nDalle proteste globali che hanno convinto Shell ad abbandonare i suoi folli progetti di trivellazione nell’Artico, alle attività dei volontari di Greenpeace Italia, mobilitati in tutto il Paese per chiedere un futuro di energia pulita e ribadire un fermo NO ai piani fossili del governo Renzi.\r\n\r\n \r\n\r\nDalle spedizioni sulle vette più remote del nostro Pianeta, per chiedere alle industrie tessili di non utilizzare più sostanze inquinanti come i PFC, alle azioni dirette e non violente per un’agricoltura più sostenibile o a tutela dei nostri mari, minacciati dall’avanzare delle trivellazioni offshore, dai cambiamenti climatici o devastati dalla pesca eccessiva e distruttiva.\r\n\r\n \r\n\r\nDodici mesi che hanno visto crescere il movimento globale per il clima, con centinaia di migliaia di persone scese in strada in tutto il mondo durante la COP21, per spingere i leader mondiali a raggiungere un accordo, poi arrivato, per contrastare i cambiamenti climatici in atto. Un punto di svolta, anche se il testo approvato a Parigi è stato annacquato dalle lobby dei combustibili fossili e contiene diversi punti deboli.\r\n\r\n \r\n\r\nMa anche un 2015 di attività a protezione delle ultime foreste del Pianeta, decimate dalla deforestazione causata dal traffico di legno illegale, dagli incendi e dall’espansione di monocolture industriali.\r\n\r\n \r\n\r\nInfine, un anno che si conclude con il supporto di Greenpeace a Medici Senza Frontiere al largo dell’isola greca di Lesbo, per cercare di portare in salvo chi, disperato, scappa da guerre e conflitti sanguinosi.\r\n\r\n \r\n\r\n«Inorriditi dall’interminabile crisi umanitaria nel Mediterraneo, siamo stati costretti a intervenire in tutti i modi possibili», spiega Alexandra Messare, direttore di programma di Greenpeace Grecia. «Fuggire da conflitti, povertà e violazioni dei diritti umani nei paesi di origine, nella speranza di una vita migliore, non è un crimine. Crediamo che chiunque debba fare il possibile per fornire aiuto se ne ha la capacità. Abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza marittima in questa collaborazione con MSF nella speranza di salvare più vite umane possibili», conclude Messare.\r\n\r\n