Compositore milanese ROBERTO BINETTI e al suo disco d’esordio “UNIVERSO FANTASIA”: 10 composizioni inedite per piano solo interamente composte ed eseguite da Roberto Binetti, con la partecipazione di Marco Decimo al violoncello.\r\n\r\nBinetti è un pianista versatile, che da sempre spazia dalla musica classica alla jazz-fusion. Attivo dall’età di sei anni nell’ambiente musicale, può annoverare nella sua carriera numerose collaborazioni all’interno del panorama musicale televisivo (tra le quali spiccano quelle con i Maestri Pippo Caruso e Peppe Vessicchio) e teatrale (ha composto le musiche per il regista Alberto Ferrari), così come concerti in prestigiose location italiane e non (ad esempio, è stato sul palco insieme a Gloria Gaynor a Montecarlo e a Nizza).\r\n\r\nCon alle spalle una carriera pluridecennale, arrivato alla soglia dei cinquant’anni, Roberto Binetti ha deciso di rimettersi in gioco, reinventandosi e pubblicando un concentrato del suo mondo musicale all’interno del disco d’esordio, “Universo fantasia”.\r\n\r\n \r\n\r\nLa tua è una carriera lunga e variegata, come hai vissuto i cambiamenti in questi anni?\r\n\r\nSempre con la curiosità e la voglia di sperimentare nuove sonorità e nuove collaborazioni, penso che il bello di fare musica sia cercare di essere sempre diversi, cercando di capire i cambiamenti senza chiudersi nella propria musicalità ma aprendosi e contaminandosi. Da un punto di vista del mercato discografico il cambiamento è stato epocale e penso che abbia portato delle difficoltà e degli squilibri, ma ha anche dato delle incredibili opportunità che in precedenza erano precluse.\r\n\r\n \r\n\r\nQuando hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada?\r\n\r\nE’ stato un percorso naturale che parte dalla musica intesa come passione, e poi si evolve nell’ascolto e nei mille incontri e momenti di suonare insieme ad altri musicisti, e ad un certo punto capisci che puoi cercare di condividere la tua musica e di suonare per la bellezza di fare musica.\r\n\r\n \r\n\r\nCosa hai dato alla musica e cosa lei ha dato a te?\r\n\r\nA volte gli amici mi chiedono se il tempo, la volontà e la costanza che devi dedicare alla musica siano in qualche modo un peso, e la mia risposta è che la musica ogni volta è gioia ed emozione, dunque ogni momento dato alla musica- dallo studio ai concerti fino alla composizione- è stato ed è per me un modo per lasciarmi trasportare dalle note e trovo che sia tra le cose migliori per trascorrere il proprio tempo.\r\n\r\nLa musica mi ha dato la possibilità di essere me stesso, quando sei davanti al pianoforte puoi essere tutto o niente e le tue note sono lo specchio della tua anima, la bellezza è quando vedi negli occhi di chi ti ascolta una goccia di emozione, e allora capisci che ne valeva la pena.\r\n\r\n \r\n\r\nAdesso un nuovo album, cosa è confluito in questo tuo nuovo lavoro?\r\n\r\nIn Universo Fantasia ho voluto proporre la mia parte di musicalità più melodica e armonica, lasciando volutamente in disparte l’altro mio aspetto musicale, il jazz, solo accennandolo in qualche momento in modo che possa risaltare. Nei dieci brani si ascoltano melodie cantabili calme e contemplative oppure incalzanti e dinamiche, che si intrecciano con libere improvvisazioni. Un aspetto importante è rappresentato dalle improvvisazioni, la mia musica non è mai uguale in ogni esecuzione ma ogni volta assume una veste nuova. Per dare maggiore enfasi alle atmosfere rilassanti e contemplative, su quattro brani sono accompagnato dal meraviglioso suono del violoncello di Marco Decimo.\r\n\r\n \r\n\r\nContinuità e differenze col passato?\r\n\r\nLa continuità è data dal mio modo di suonare, che predilige la ricerca del chiaroscuro e della linea melodica; la differenza fondamentale è che questo è un disco per pianoforte solo, dunque mi sono trovato solo davanti alle note, senza la possibilità di appoggiarsi ad altre sonorità o alla sezione ritmica: questo ha significato un approccio ed un modo di suonare completamente diverso rispetto al passato, insieme una sfida ma anche un’opportunità.\r\n\r\n \r\n\r\nTanti i palchi che hai calcato, tante le collaborazioni intraprese, quali ricordi con maggiore intensità?\r\n\r\nSarebbe facile nominare i concerti con Gloria Gaynor, le collaborazioni con Rossana Casale, le trasmissioni con Mike Bongiorno e con i Maestri Pippo Caruso e Peppe Vessicchio… ma sinceramente ogni singolo concerto o registrazione effettuata con i molti musicisti o cantanti con i quali ho collaborato, mi hanno fatto crescere musicalmente ed umanamente e mi hanno lasciato dei ricordi preziosi.\r\n\r\n \r\n\r\nQuale pensi che debba essere il ruolo del musicista oggi?\r\n\r\nLa musica oggi è presente in ogni aspetto della nostra vita, oltre alle canzoni e alla musica d’autore basta pensare alle colonne sonore dei film, ai jingle pubblicitari, ai sottofondi musicali di cui è piena la nostra giornata, fino ad arrivare all’ascolto della musica classica e del jazz. Il modo di fruizione della musica ha subito dei grandi cambiamenti ed oggi con un click abbiamo sotto le dita la possibilità di ascoltare musica in una quantità tale che non sarebbe sufficiente l’intera giornata, il rischio è di essere omologati o ripetitivi oppure di fare musica fine a stessa: a mio parere il musicista deve saper offrire all’ascoltatore delle emozioni, deve suggerire una chiave di lettura musicale che ognuno possa elaborare ed interpretare in modo personale secondo il proprio istinto e il proprio modo di essere di quel momento, fino ad arrivare a creare quel mondo parallelo fatto di suoni e fantasie che solo la musica riesce a far vivere, il proprio personale Universo Fantasia.\r\n\r\nIntervista di: Martlide Alfieri