Una città unica, semplice fino all’astrattismo, i cui bianchi palazzi si stagliano alti e leggeri, nel mezzo del deserto. Si dice sia stata eretta in un solo giorno e consacrata alla Dea del piacere. I suoi abitanti, plasmati per rispondere alla chiamata della seduzione e abbandonarsi a carezze lascive, consumati da un desiderio bruciante e inappagabile.\r\n\r\n“Il piacere di questa città è un’arsura che non si disseta, un incendio che non si placa.”\r\n\r\nLa città del piacere è un luogo leggendario, in cui reale, illusorio e immaginario si intrecciano e si confondono. Un testo con diversi livelli e registri narrativi, che celatamente descrive alcune città arabe del Golfo dove l’ostentazione del benessere rivela il suo essere effimero.\r\n\r\nEzzat El Kamhawi è nato nel villaggio di Mit Suhayl (Egitto). Si è laureato in Giornalismo all’Università del Cairo, attualmente è vicedirettore del settimanale arabo Akhbar al-Adab. E’ autore di sei romanzi, quattro raccolte di racconti e due saggi di cui uno tradotto in italiano (Vergogna tra le due sponde, 2014). nel 2012 ha ricevuto la medaglia Naguib Mahfouz per il romanzo Bayt al-Deeb (2010). La città del piacere è il suo primo romanzo.\r\n\r\n