BOLLATI BORINGHIERI AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO\r\n\r\n Giovedì 14 maggio ore 16 – Sala Blu Meraviglie d’Italia. Il Design Lectio magistralis di Francesco TrabuccoIn occasione della pubblicazione del suo libro “Design” \r\n\r\n \r\n\r\nSe mostrassimo ad alcune persone una serie di immagini di automobili, apparecchi fotografici ed elettrodomestici, e chiedessimo loro di metterle in sequenza cronologica, difficilmente sbaglierebbero, pur ignorando i requisiti tecnici o funzionali dei diversi oggetti fotografati. A guidare l’esatta collocazione nel tempo basterebbe la forma del prodotto industriale, segnale della sua attualità più dell’identità del designer. Lo strettissimo legame tra forma, funzione e modernità del prodotto – e la loro incessante dialettica – è infatti essenziale per la nozione di design. In particolare l’alleanza, perseguita o disdetta, tra forma e funzione attraversa l’intera storia del design: dalla parola d’ordine della «forma dell’utile», con cui il moderno predicava la sottrazione di tutto ciò che esorbitasse dalla funzione, alle tendenze antifunzionaliste e antindustriali degli anni sessanta, che riprendevano esperimenti della pop art, fino alle pratiche attuali, che procedono a volte funambolicamente tra desemantizzazione e risemantizzazione.\r\n\r\n \r\n\r\nFrancesco Trabucco, architetto e designer, è professore ordinario di Design al Politecnico di Milano, presso cui dirige i master Design Engineering and Innovation e Design for Architecture. Ha vinto numerosi concorsi di architettura e premi internazionali di design tra cui il Compasso d’Oro, il Gutte Forme e il Bio. Suoi progetti fanno parte delle collezioni di importanti musei, tra cui il MoMa di New York, la Pinakothek der Moderne di Monaco e il Tel Aviv Museum of Art. È membro permanente del Giurì del Design, costituito da adi (Associazione per il Disegno Industriale), Confindustria e Camera di Commercio di Milano. È autore di più di cinquanta contributi specialistici. Tra i suoi libri: Idee di architettura e disegno attraverso la trattatistica moderna (1992), Dire, fare. Riflessioni intorno al progettare prodotti industriali (1993), Residui di produzione, ovvero ciò che rimane incompiuto di pensieri, riflessioni ed esperienze di un designer (2005). \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 maggio ore 18 – Spazio IncontriHeidegger e gli ebrei. I “Quaderni neri”Presentazione del libro di Donatella Di CesareCon l’autrice interviene Wlodeck Goldkorn\r\nPerché Martin Heidegger ascrive agli ebrei l’oblio dell’Essere? Qual è allora il rapporto tra l’Essere e l’Ebreo? In che senso viene imputata agli ebrei la colpa più grave, da cui dipende il destino dell’Occidente? E perché questa accusa viene mossa negli anni trenta, dopo le leggi di Norimberga (1935), mentre inizia la guerra planetaria che dovrebbe condurre la Germania nazionalsocialista al dominio del mondo? I Quaderni neri di Heidegger, oltre a dischiudere un’inedita prospettiva sul pensiero del filosofo, stanno suscitando un intenso dibattito. L’antisemitismo metafisico che vi si legge solleva inquietanti e gravi interrogativi e rinvia alla responsabilità della filosofia nello sterminio.\r\n\r\nDonatella Di Cesare è Professore ordinario di Filosofia teoretica alla Sapienza di Roma e ha insegnato in numerose università in Germania e negli Stati Uniti. Tra le sue ultime pubblicazioni in italiano: Grammatica dei tempi messianici (2011), La giustizia deve essere di questo mondo (2012), Se Auschwitz è nulla. Contro il negazionismo (2012) e Crimini contro l’ospitalità (2014). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato Israele. Terra, ritorno, anarchia (2014).\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 maggio ore 19,30 – Sala Azzurra Incontro con Serge Latouche In occasione della pubblicazione della nuova edizione di “Usa e getta”Interviene Carlo Petrini \r\n\r\n \r\n\r\nSe si punta il dito sul ciclo troppo breve degli oggetti di consumo, le lobby industriali – in particolare quelle degli apparecchi elettrici ed elettronici – parlano di «leggenda» e hanno buon gioco a sostenere che è difficilmente dimostrabile un sabotaggio intenzionale, in fase di progettazione. Secondo le associazioni dei consumatori e ricercatori indipendenti invece la vita media dei beni durevoli si è ridotta di un terzo nello spazio di una generazione. In questa nuova edizione accresciuta, che segue di pochi anni la prima (2012), Latouche risponde puntualmente a obiezioni e quesiti sollevati dal dibattito vivacissimo che si è scatenato in una materia in cui sono coinvolti interessi colossali. Fa entrare nel discorso variabili decisive: le politiche di vendita che, sovvenzionando l’acquisto delle novità, spingono a sostituire rapidamente i vecchi apparecchi ancora funzionanti; l’alibi dell’ecoefficienza, che decanta il risparmio energetico dei nuovi apparecchi, ma sposta l’attenzione dall’immane mercato dei gadget energivori, che annullano qualsiasi riduzione possibile dello spreco. Latouche, come sempre, tocca i punti vitali del funzionamento della nostra società, e dimostra quanto siano ormai intaccati dalla malattia produttivistica. \r\n\r\nSerge Latouche è professore emerito di Scienze economiche all’Università di Paris-Sud. Tra i suoi ultimi saggi pubblicati presso Bollati Boringhieri: Breve trattato sulla decrescita serena (2008), Sortilegi. Racconti africani (con Enzo Barnabà, 2008), L’invenzione dell’economia (2010), Come si esce dalla società dei consumi. Corsi e percorsi della decrescita (2011), Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita (2012), Limite (2012), Dove va il mondo? Un decennio sull’orlo della catastrofe (con Yves Cochet, Jean-Pierre Dupuy e Susan George, 2013) e L’economia è una menzogna. Come mi sono accorto che il mondo si stava scavando la fossa (2014).\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 maggio ore 11 – Sala Gialla “La matematica come alfabeto del mondo”Interventi di Umberto Bottazzini, Piergiorgio Odifreddi e di Gabriele Lolli,in occasione della pubblicazione del suo nuovo libro Numeri. La creazione continua della matematica. Conduce Piero Bianucci \r\n\r\nI numeri sono parole, sono il prodotto dell’inventiva umana che ha iniziato subito, prima ancora forse della scrittura, a introdurre segni per indicare conteggi, misure e quantità. Dopo un lungo inizio un po’ stentato, nel corso dei secoli le cose si sono però complicate. I numeri naturali hanno dovuto estendersi «all’indietro» e contemplare anche i numeri negativi, creando l’insieme dei numeri interi. Non è stato un passaggio facile e per molti secoli più di un matematico si è rifiutato di accettare che i numeri negativi fossero «veri» numeri. Ma non era che l’inizio. Tra il numero 1 e il numero 2 c’è lo spazio per mettere altri numeri, come i numeri razionali, che derivano da un rapporto tra due numeri interi. Così la trama sulla retta delle grandezze si infittisce. Non si è mai fermata la matematica, che ha continuato a inventare numeri di natura differente per risolvere problemi sempre più intricati. Così Gabriele Lolli ci racconta dei quaternioni, delle matrici e dei numeri infiniti, per non dire degli stranissimi numeri surreali, una nuova specie di numeri che non si esaurisce in una creazione in sette giorni, ma continua. «Ci si può chiedere cosa guadagniamo quando usiamo i numeri. Maggiore precisione sì, maggiore chiarezza, sinteticità, ma sono qualità che anche una lingua ben coltivata può garantire. Piuttosto, ricorrendo ai numeri noi stendiamo sulla realtà una rete di conoscenze integrate e intrecciate, ramificate ed estese che impedisce di fossilizzarsi su un particolare, ma lo inquadra in un modello. Non sono i numeri i protagonisti, ma le operazioni, le funzioni, le relazioni su di essi; come in un film, i numeri sono le comparse, solo qualcuno emerge; altrimenti è la trama che importa». \r\n\r\n \r\n\r\nGabriele Lolli insegna Filosofia della matematica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dopo aver a lungo insegnato Logica matematica all’Università di Torino. Per Bollati Boringhieri ha pubblicato Teoria assiomatica degli insiemi (1974), Categorie, universi e principi di riflessione (1977), Lezioni di logica matematica (1978), Dagli insiemi ai numeri (1994), Il riso di Talete. Matematica e umorismo (1998), La crisalide e la farfalla. Donne e matematica (2000), QED. Fenomenologia della dimostrazione (2005), Discorso sulla matematica. Una rilettura delle «Lezioni americane» di Italo Calvino (2011) e Se viceversa. Trenta pezzi facili e meno facili di matematica (2014). È tra i curatori dell’edizione italiana delle Opere di Gödel (1999-2009).