ENRICA GUIDI, giovane attrice toscana, è nel cast della seconda serie de “I DELITTI DEL BARLUME” a fianco di Filippo Timi.\r\n\r\nNe “I DELITTI DEL BARLUME”, serie in due puntate coprodotta da Palomar, trasmessa prossimamente in prima tv su Sky Cinema, Enrica veste nuovamente i panni della banconista solare e un po’ sognatrice TIZIANA GUAZZELLI.\r\n\r\nTornerai a vestire i panni di Tiziana per la seconda serie de I delitti del bar lume, conoscevi i romanzi di Malvaldi prima di essere scrittura?\r\n\r\nNo, prima del provino non avevo letto i suoi libri. Soltanto dopo essere stata scritturata, spinta dalla curiosità, ma soprattutto dal desiderio di conoscere ilpersonaggio che avrei interpretato, nelle sue diverse sfaccettature, sì.\r\n\r\nQuali sono i punti in comune con il tuo personaggio?\r\n\r\nCome Tiziana mi considero una ragazza con i suoi progetti di vita, le sue speranze, le sue illusioni e disillusioni. Anch’io come lei sono una persona attiva. Come Tiziana provengo da un paese di mare. Sonodecisamente pratica nelle situazioni importanti ma anche sognatrice, romantica e in parte all’antica; apprezzo il profumo di un fiore o una lettera scritta a mano, piuttosto che la pervasività della tecnologia che spesso aiuta la comunicazione ma che, altrettanto spesso, contribuisce ad annullare la bellezza dell’autenticità dei rapporti umani (quelli vis – à – vis, tanto per intenderci ).\r\n\r\nCosa ti piace leggere?\r\n\r\nLeggo di tutto: da “Io non ho paura” di N. Ammaniti, nel quale si affronta il tema dei rapporti infantili; la lingua dei bambini e la loro buffa saggezza, la forza dell’amicizia e il dramma del tradimento; l’addio ai giochi e alla facoltà di stupirsi e l’arrivo di una potente energia che fa lottare contro “i mostri”. Ad “Alta fedeltà” di Hornby, dove viene descritta una tipologia di trentenni, che vuole restare adolescente per vivere senza responsabilità e dove l’unica certezza di un universo instabile è la musica. A “L.A. Confidential”di J. Ellroy ambientato in una Los Angeles del dopoguerra, che nasconde corruzione e malavita, ma dove emerge forte il senso di giustizia.\r\n\r\nPreferisco le narrazioni dai ritmi veloci e incalzanti che mi danno la libertà di immaginazioni, rispetto alle lunghe descrizioni che talvolta mi annoiano.\r\n\r\nCome ti prepari quando devi affrontare un nuovo personaggio?\r\n\r\nComincio a studiare le caratteristiche oggettive, che mi vengono fornite, del personaggio e mi costruisco la “sua ” storia. Prima di tutto ci “parlo “; è la fase che mi prepara e mi aiuta a conoscere il personaggio nella sua completezza. Contemporaneamente, non potendo prescindere dall’ambientazione storico-sociale, faccio ricerca sul periodo storico, sul suo lavoro, i suoi punti di forza, i suoi obiettivi, le sue paure.. In questa ricerca mi aiutano le mie emozioni, le mie esperienze vissute, la mia creatività.\r\n\r\nQuando hai capito che avresti voluto fare l’attrice?\r\n\r\nDurante gli studi universitari. Ho amato molto il movimento e lo sport fin da piccola; per anni ho praticato danza e nuoto e mi sono laureata in Scienze Motorie. Nel periodo in cui preparavo gli esami e sostenevo le ore di tirocinio nelle strutture sportive e di riabilitazione posturale, ho preso coscienza che una parte di me rimaneva implosa, senza avere la possibilità di esprimersi.\r\n\r\nE’ stata la forte voglia di tirar fuori la mia interiorità, il bisogno di far prevalere cuore e sensi, ad avermi spinto verso la ricerca dell’arte.\r\n\r\nScegliere una carriera artistica prevede una serie di difficoltà come le hai affrontate?\r\n\r\nLe difficoltà ci sono in ogni campo e quasi mai ti avvertono in anticipo. Credo che la cosa migliore sia essere sempre curiosi di imparare e saper cogliere gli aspetti positivi che le situazioni e la vita di volta in volta ti presentano.\r\n\r\nQuali consideri i tre momenti più importanti del tuo viaggio fino ad oggi?\r\n\r\nQuando ho deciso di essere attrice. Quando ho provato la gioia di vivere il presente. Quando ho conosciuto l’Amore incondizionato: sono innamorata dell’Amore.\r\n\r\nIntervista di: Elena Torre