A 50 anni dalla morte, avvenuta il 22 aprile 1965\r\n\r\nNel volume sono raccolte le opere seguenti: L’onda dell’incrociatore, Amor militare, Il cavallo Tripoli, I giochi di Norma, Primavera a Trieste e altri scritti, Sotto il cielo di Russia, Primavera a Manhattan, Il vecchio e il giovane, Quarantotti Gambini, un “italiano sbagliato”\r\n\r\n“Nel panorama letterario del novecento Quarantotti Gambini è lo scrittore che merita più di ogni altro la definizione di figura anomala. Bibliotecario, eppure uomo d’azione e grande viaggiatore. Amato dagli editori impegnati, eppure pericolosamente sentimentale, e proprio nella stagione del neorealismo. Romanziere nel senso più classico, eppure autore di saggi narrativi e reportage che nulla hanno da invidiare ai migliori esempi di non fiction anglosassone. Un “italiano sbagliato” insomma, come usava definirsi, che non si attirerà le simpatie né dei conservatori né tantomeno dei nuovi progressisti.A differenza di altri grandi irregolari, la fama di Pier Antonio Quarantotti Gambini si è però esaurita pochi anni dopo la sua morte. Ed è questa, quindi, un’occasione quanto mai propizia per dimostrare coi fatti – i fatti sedimentati della letteratura – quanto afferma lui stesso in una lettera a Umberto Saba: ‘Il tempo fa crescere tutto ciò che non distrugge’”. Dall’introduzione di Mauro Covacich\r\n\r\n \r\n\r\nPier Antonio Quarantotti Gambini(1910-1965) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Capodistria, Torino, Trieste e Venezia i luoghi della sua formazione, in cui maturano le esperienze di scrittore, saggista e giornalista. Del 1932 la prima raccolta di racconti, I nostri simili, che suscita l’interesse di Eugenio Montale. Nel 1937 il primo romanzo, La rosa rossa; dieci anni lo separano dal secondo, L’onda dell’incrociatore, con cui arriva il successo di critica e di pubblico. In mezzo, la direzione della Biblioteca civica di Trieste e, al termine del secondo conflitto mondiale, l’esperienza a “Radio Venezia Giulia”, emittente anti-jugoslava. Negli anni cinquanta il successo di Pier Antonio Quarantotti Gambini si consolida attraverso opere di narrativa come Amor militare, Il cavallo Tripoli; in parallelo, maturano la sua produzione di saggistica con Primavera a Trieste, Sotto il cielo di Russia, Luce di Trieste e la collaborazione con i principali quotidiani nazionali. Senza trascurare la poesia, si congeda dal pubblico con una raccolta Racconto d’amore, pubblicata nel 1965. Nella sua produzione letteraria, i temi del rapporto tra i sessi e le inquietudini adolescenziali di chi si affaccia alla vita, analizzate con grande finezza psicologica. La saggistica, invece, spazia dall’opposizione al nazismo come all’occupazione titina, fino agli affreschi di viaggio, quelli in giro per il mondo, come quelli fortemente triestini. Una produzione che restituisce il forte legame con la sua terra di origine, l’Istria, terra dell’infanzia e dei primi affetti, vista spesso attraverso gli occhi della nostalgica consapevolezza di un irreversibile cambiamento.\r\n\r\nFonte: Alba Donati