Salvatore Petrachi e Adamo Greco sono cresciuti insieme. Greco è diventato un contrabbandiere, Petrachi un poliziotto, ma non si sono mai pestati i piedi. Al contrario, hanno lavorato insieme per anni, si sono arricchiti con i traffici di sigarette e marijuana sul Canale di Otranto. Nell’estate del 2011 tutto questo ormai è alle spalle da tempo; Petrachi non è più in polizia e i due sono proprietari di un ristorante di lusso, spacciano cocaina e seguono indagini di dubbia moralità per conto di un ricco penalista leccese legato a doppio filo con la politica. Petrachi vuole entrare definitivamente nel “Salento che conta”, come lo chiama lui, mentre Greco ambisce finalmente a un po’ di tranquillità per sé e per la sua famiglia. Intanto, una complessa operazione politico-industriale guidata da un gruppo di potere permette la delocalizzazione all’estero della più grande manifattura dei tabacchi d’Italia, quella di Lecce; i loschi traffici di Petrachi e Greco si ritrovano in pericolo quando i due sono chiamati a indagare sull’omicidio di una giovane turista uccisa in un campeggio di Frassanito. L’indagine si sposta ben presto oltre i confini del turismo e incrocia gli interessi internazionali legati ai traffici nel Canale d’Otranto nell’estate in cui in Libia infuria la guerra civile. I poteri locali s’intrecciano a quelli nazionali e internazionali in una spirale di sangue e di denaro, mentre Petrachi ha a che fare con i fantasmi del passato che non è mai riuscito veramente a mettere a tacere.\r\nLa vicenda di Salvatore Petrachi, buco nero di spietata ambizione che risucchia l’avvenire di tutti i personaggi che lo circondano, è, al livello più alto del romanzo, la vicenda di un uomo che si muove in una società desertificata il cui nichilismo morale appare come l’ineluttabile destino dell’occidente.\r\n
\r\n
\r\n