Essere una donna a guida di una band è un limite o una possibilità?\r\n\r\nEssere donne è sempre una possibilità, a prescindere dall’esserlo all’interno di una band o di una qualsiasi altra situazione. La femmina è l’essere sensibile per eccellenza, non potrà mai perdere il senso della vita, poiché la genera e ne è portatrice.\r\n\r\nCome e in cosa le vostre anime insieme si arricchiscono e diversificano?\r\n\r\nRicollegandomi alla differenza di genere, è ovvio che un animo musicale femminile tra anime musicali con caratteristiche maschili non può che arricchire e viceversa. Tra di noi c’è “affinità elettiva”. Ci siamo trovati molto vicini, dal principio, ed in particolar\r\nmodo io e Stefano, ed in seguito anche con Ivo, Leo e Kuku. Siamo ovviamente diversi tra noi, ma legati dalla sensibilità musicale che più è diversa, più arricchisce.\r\n\r\nPerché avete deciso di realizzare solo in vinile o in free download il vostro EP?\r\n\r\nAvendo registrato tutto in analogico, su nastro alla vecchia maniera, il supporto ideale era il vinile ma al contempo, vivendo nel 2014, è normale poter offrire anche la versione digitale. Essendo al primo lavoro abbiamo deciso di rendere la versione digitale il\r\npiù fruibile possibile per raggiungere più persone: “Il suono analogico cova la sua vendetta Vol.1” lo si trova infatti su tutte le piattaforme di streaming e si può scaricare gratuitamente dal nostro sito proprio per questo motivo.Ovviamente per chi prende\r\nil vinile ci sono contenuti in più.Il cd…è un oggetto ormai passato, la musica digitale non è più rappresentata dal cd ma dalla cosiddetta “musica liquida” disponibile in rete; mentre quale miglior rappresentante della musica fisica del vinile? Ha resistito a\r\nqualsiasi avvenimento ed il suo mercato è pure in crescita… Il vinile è il futuro!\r\n\r\nCosa confluisce nel vostro fare musica?\r\n\r\nTutto il bello che abbiamo dentro e tutto il bello che ancora non abbiamo o che non avremo mai, ma al quale aspiriamo.\r\n\r\nCosa amate descrivere di ciò che vi circonda?\r\n\r\nLa musica non è fatta per le frustrazioni. Raccontare solo i propri problemi non è una soluzione, anzi personalmente diffido sempre da chi butta solo il “negativo” in musica. I problemi ci sono, ed è giusto anche parlarne, ma in tutto il disco ricorre sempre il tema\r\ndella speranza, del darsi da fare, del migliorare nonostante le avversità. In particolare questo disco (così come il volume 2, essendo in realtà un’opera unica), è nato in un momento dove io ho realizzato che per fare qualcosa nella vita l’unico modo era darsi\r\nun gran da fare. Anzi, proprio farsi il culo. E quindi nel disco parlo spesso della necessità di stringere i denti per raggiungere i propri obiettivi… che anche se lontani, si possono avvicinare se gli si corre incontro.\r\n\r\nCome vedete il ruolo della musica oggi?\r\n\r\nLa musica fa parte dell’essere umano da sempre. Oggi la musica è ovunque e fruibile in qualunque momento e ovunque ti trovi. Proprio per questo ha perso valore, non è più considerata come un bene culturale, ma come un prodotto “usa e getta”. Secondo me è come ascoltiamo la musica oggi che è sbagliato (e di scarsissima qualità): spesso dalle casse di un computer, dal telefonino\r\no dalla televisione; peccato che in tv ormai domina il talent show, che ha fatto sparire tutti gli altri programmi musicali. C’è troppo sbilanciamento a favore di chi interpreta musica di altri a discapito di chi cerca di proporre musica propria.\r\nTroppa attenzione alle voci a discapito della qualità degli arrangiamenti e della cura dei suoni. Ormai siamo diventati tutti opinionisti, abbiamo “la sindrome del giudice da talent” e giudichiamo ascoltando solo un minuto e trenta secondi di una canzone. Oggi la musica deve aiutarci a migliorare, ad alzare il livello culturale, non ad abbassarlo.\r\n\r\n \r\n\r\nIntervista di: Elena Torre