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E’ il primo dell’anno e Aaliya inizia a tradurre in arabo un nuovo libro, come tutti gli anni a capodanno: Bolano, Sebald, Pessoa, Marìas. E’ il suo modo di festeggiare il tempo.
\r\n\r\nRipudiata molti anni prima dal marito impotente Aaliya Sobhi ha 72anni, vive da sola in un grande appartamento Beirut, vive col fucile accanto al letto e in compagnia di molti libri. Deve decidere ancora cosa iniziare a tradurre. Aaliya è stata una libraia e traduttrice in arabo dei capolavori della letteratura mondiale; una passione, quella di tradurre, coltivata nel silenzio, per il suo esclusivo piacere: nessuna di quelle traduzioni è mai stata pubblicata. Ma lei, Aaliya, ha continuato a farne, e sempre a partire dal primo di gennaio, all’inizio di ogni nuovo anno. Ma un giorno una luce diversa da quella che emanano i libri aveva illuminato la vita di Aaliya: Ahmed, un giovane profugo palestinese, aveva iniziato a lavorare nella sua libreria. L’amore per i libri avrebbe potuto intrecciarsi, come i tralci di una vite, alla passione tra i due ragazzi, ma l’odio e la guerra, in agguato, e i loro bagliori, come quelli dell’amore, ancora non si spengono.\r\nDopo Il cantore di storie, Rabih Alameddine ci offre una favola contemporanea, una storia d’amore densa di lirismo, passioni, verità. Ma La traduttrice è anche un attestato d’amore per le pagine dei grandi libri, dei classici che, coltivati nel silenzio, alimentano la Storia. La traduttrice è un romanzo sulla passione, passione per la letteratura e passione per l’amore, e conferma il talento straordinario di questo narratore che unisce il lirismo di Amos Oz e l’inventiva di Abraham Yehoshua.\r\n
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