Solo il 30% circa del pescato finisce nel nostro piatto. Il restante 70%, considerato scarto, finisce nel prodotto di seconda fascia o non viene nemmeno lavorato. E intanto il mare è stato depauperato della sua ricchezza. Ricordiamo che le specie ittiche di interesse commerciale censite dal Ministero delle Politiche Alimentari e Forestali sono 719, ma, schiavi di mode culturali e alimentari, ne mangiamo sì e no il 10%.\r\n\r\n \r\n\r\nOggi ricorre la Giornata Mondiale dell’Alimentazione organizzata dalla FAO e al centro del dibattito c’è l’importante ruolo che l’agricoltura familiare riveste nell’eliminazione della fame e della povertà nel mondo. E non dimentichiamo le questioni legate allo spreco alimentare e alla tutela del diritto a una nutrizione sana. Marevivo promuove da sempre campagne per il consumo sostenibile, contro gli sprechi nel pescato e a favore della valorizzazione di specie ittiche poco apprezzate dal mercato, attraverso progetti come “Lo scarto à la carte” per diffondere l’utilizzo delle parti di scarto del pesce e “La tavola blu” studiata ad hoc per i futuri chef, che possono farsi promotori delle risorse del mare dimenticate, ma ugualmente sane e buone.\r\n\r\n“Gli oceani, che coprono il 71% della superficie del Pianeta, assorbono 1/3 dell’anidride carbonica e producono l’80% dell’ossigeno, sostengono una complessa e indispensabile catena alimentare. Se il mare muore, non ci sarà più vita neanche per l’uomo”- spiega la presidente di Marevivo, Rosalba Giugni.\r\n\r\n \r\n\r\nLa salvaguardia dell’ecosistema marino parte non solo da un corretto utilizzo del pescato e dalla riduzione degli sprechi, ma soprattutto dalla spesa che si fa ogni giorno e da ciò che si mette nel piatto.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nFonte: Ufficio Stampa Marevivo