Il guardare delle donne, ovvero la bellezza infranta\r\n\r\nIntervengono: Melania Mazzucco (Premio Strega 2003 con Vita), Francesca Serra (critica e studiosa di letteratura italiana), Nicla Vassallo(filosofa, professore ordinario presso il Dipartimento di Filosofia Teoretica all’Università di Genova).\r\n\r\nAlba Donati legge Carol Ann Duffy\r\n\r\nIntroduce Rossella Martina, QN\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 19 ottobre, alle ore 21.00, quarto appuntamento a Lucca con le Conversazioni in San Francesco, rassegna dedicata, in questa sua prima edizione, al tema della bellezza eterna, raccontata, di volta in volta, da scrittori, poeti, filosofi e artisti. Ilaria e le altre, promossa dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca e dalla FondazioneCassadiRisparmiodiLucca, presenta nella Chiesa di San Francesco Il guardare delle donne, ovvero la bellezza infranta. Un incontro particolare come se a parlare fosse, dopo anni di silenzio, Ilaria stessa. Come si sentirebbe rispetto a tanta devozione? Qual è la funzione della sua morte e di quella di Ofelia, Virginie, e di tante altre bellezze che occupano le pagine dell’arte e della letteratura scritta dagli uomini? E se la morte femminile fosse un mito fondativo della nostra cultura? Risponderanno a queste domande Melania Mazzucco, Francesca Serra e la filosofa Nicla Vassallo mentre Alba Donati offrirà una scelta di poesie di Carol Ann Duffy tratte dalla raccolta La moglie del mondo, dove appunto a parlare sono le mogli di uomini famosi, da Tiresia a Shakespeare. Introduce la serata Rossella Martina, QN.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLa signora col cagnolino. Una storia di amore e fedeltà\r\n\r\ndi Melania Mazzucco\r\n\r\n«La bellezza acceca. Rapiti, quasi ipnotizzati dalla marmorea beltà di Ilaria del Carretto, per secoli i suoi ammiratori hanno descritto – in versi, in prosa, in prosa lirica – il sonno magnifico della bella moglie del Guinigi, la straziante, apollinea perfezione della sua figura, la sua siderale lontananza da questo mondo, racchiusa in un’eterna solitudine. Eppure Ilaria non è sola. Basta staccare gli occhi dal suo viso, dai suoi occhi chiusi, dai sinuosi panneggi dell’abito per accorgersi che ai suoi piedi c’è qualcosa. Anzi, qualcuno.\r\n\r\nSi tratta di un piccolo cane, di quelli che ai suoi tempi venivano – e ancora oggi vengono – definiti “da compagnia”. (…)»\r\n\r\n \r\n\r\nIlaria e l’asino che vola \r\n\r\ndi Francesca Serra\r\n\r\nA Lucca c’è una donna che da sei secoli è morta ma non finisce mai di morire. La morte invece di disfarne la bellezza, la rende ancora più bella. Un paradosso che dovrebbe forse stupirci o inquietarci: invece da secoli viene incontro al nostro più squisito senso estetico. Ci appaga e conforta. Siamo così abituati all’incanto che l’Arte ha creato intorno al mirabile cadavere di Ilaria e di tutte le altre bellissime donne morte che affollano la storia della nostra cultura, da non porci altre domande. La ripetizione diventa assuefazione e sconfina nell’accecamento: imbambolati dalla levigata perfezione del marmo di Jacopo della Quercia, ogni giorno da sei secoli celebriamo le nozze dell’arte maschile con la morte femminile.\r\n\r\nGiovinezza e bellezza fisica: contro le singole donne \r\n\r\ndi Nicla Vassallo\r\n\r\nNella nostra società veniamo quotidianamente tempestati da immagini quasi assolute, quasi immortali di giovinezza e bellezza attraverso cui fashion system e media concettualizzano la donna, cosicché le singole donne si recepiscono quasi forzate a corrispondere a queste immagini, immagini che si condensano spesso in un corpo (non in una mente) dal valore normativo (“questo è come la donna deve essere”) e rispetto a cui le singole donne provano angoscia e sensi d’inferiorità. Se, da una parte, è vero che differenti società propongono differenti concetti di donna, che nella medesima società non permane troppo a lungo il medesimo concetto di donna, che possono sussistere tanti concetti di donna, d’altra parte rimane pure vero che il nostro attuale concetto di donna non sfugge a quello di una donna magra, post–adolescente, bianca, eterosessuale, concetto difficile da incarnare. Ma stiamo parlando di concetti o di stereotipi? E, quando ci viene detto “tu sei una vera donna”, oppure “tu non sei una vera donna”, cosa significa e in qual modo occorre rispondere? Sfoggiare l’apparenza fisica “femminile”, imposta e legata a un canone relativo di bellezza e di giovinezza, a una falsa essenza immortale, può non risultare corretto.\r\n\r\n \r\n\r\nIngresso libero. I biglietti sono disponibili, fino a esaurimento posti, presso la biglietteria del Teatro del Giglio di Lucca nel seguente orario: 10,30–13.00 e 16.00–19.00.\r\n\r\nTel. 0583 465320. Email: biglietteria@teatrodelgiglio.it\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nConversazioni in San Francesco – Il progetto\r\n\r\n \r\n\r\nIlaria e le altre, ovvero della bellezza eterna trae spunto da una delle scultore più conosciute e amate al mondo: Il monumento funebre di Ilaria del Carretto, la giovane sposa del Signore di Lucca Paolo Guinigi. Il monumento realizzato da Jacopo della Quercia, e conservato nel Duomo, rappresenta da sempre un archetipo di bellezza muliebre e di gioventù. Studi recenti, durante la campagna di scavi realizzata nell’ambito dell’imponente restauro del complesso conventuale, hanno rintracciato le spoglie di Ilaria proprio nella cappella di Santa Lucia, nel convento di San Francesco. E proprio San Francesco sarà il luogo che ospita tutti gli incontri della rassegna, in programma fino al 14 dicembre.\r\n\r\n \r\n\r\nIl Complesso Conventuale di San Francesco è tornato alla città grazie all’imponente e recente restauro finanziato e promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. La rassegna ideata e curata da Lea Codognato, Alba Donati e Sergio Risaliti, è promossa dal Comitato Nuovi Eventi per Lucca, organismo costituitosi su iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione Centro Studi sull’arte “Licia e Carlo Ludovico Ragghianti. Sponsor unico della rassegna è la Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno/Gruppo Banco Popolare.