Sarà la più ampia retrospettiva voluta dalla famiglia e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pietrasanta: da sabato 4 ottobre all’8 dicembre si celebra “Franco Miozzo | La potenza e il mistero dell’arte”; scultura, pittura e grafica. La mostra, oltre 60 opere, sarà ospitata nel complesso di Sant’Agostino, chiesa e sale del chiostro. “E’ sempre un grande piacere accogliere l’opera dei grandi artisti che a Pietrasanta hanno realizzato la loro carriera artistica – afferma il sindaco Domenico Lombardi – Miozzo, più di altri, ha interpretato la nostra terra con un carisma tutto suo, aperto al nuovo e ai linguaggi internazionali”. Delle oltre 3 mila opere realizzate dal maestro, è stata fatta una selezione mirata per consentire al pubblico la fruizione del maggior numero di opere possibili. Sarà perciò la retrospettiva più ampia mai dedicata a questo artista nato in Veneto, ma appena ad otto anni giunto con la famiglia in Versilia, nel 1917. A Pietrasanta frequentò la Scuola d’Arte “Stagio Stagi”, mentre lavorava il marmo insieme allo scultore Bozzano. In quegli anni conobbe Lorenzo Viani, Marino Marini e Carlo Carrà, ma venne chiamato alle armi. Nel 1929 espone al Circolo Ufficiali di Presidio di Bologna. Tornato a Pietrasanta, mentre lavorava nei laboratori di marmo, vinse una borsa di studio per frequentare l’Accademia di Francia a Roma, dove, tra gli altri, conobbe Martini, Sironi, e Marinetti e vi rimase fino agli anni ’40 lavorando anche in Vaticano.\r\n
Con lo scoppio della II Guerra Mondiale, richiamato, fu inviato a combattere in Croazia e in Montenegro. Tornato dal fronte, mise su famiglia a Pietrasanta, dove dal 1957 al ’75 fu insegnante di plastica e disegno presso l’Istituto “Stagio Stagi”.
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Espose in numerose città italiane e all’estero (New York e Chicago). Un suo “San Martino” si trova presso il Modern Museum Columbus di New York, dove partecipò ad una mostra nel 1963. Sue opere sono presenti, tra le altre, nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Roma, presso il Comune di Sperlonga e il Museo della Carta di Pescia. Scompare nel 1996 a Pietrasanta.
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La sua opera si sviluppò nell’alternanza figurativa e astratta, segnica-scultorea-pittorica, creò sino alle ultime settimane di vita, vivendo con pienezza e coerenzala sua vita artistica. Con lui l’arte è stata un’effettiva integrazione con l’esistenza stessa. La sua caratura europea non emerse: la guerra lo colpì profondamente e la scelta di restare a Pietrasanta lo ancorò ad una dimensione locale pur alimentandone un’attività incessante, un linguaggio del tutto personale, aperto e innovativo.
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L’inaugurazione si terrà sabato 4 ottobre, ore 17, ingresso libero.
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Fonte: Alessia Lupoli Ufficio Stampa