Bandiera nera al “Comitatone” per la falsa soluzione al problema Grandi Navi a Venezia
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Legambiente: “Non possiamo più accettare soluzioni del secolo scorso da parte di una lobby che di quegli anni sta riproponendo il peggio. I progetti alternativi ci sono e sono stati già stati accolti dai cittadini che non credono che il futuro di Venezia passi per le grandi navi nella Laguna. È ora di imporre un cambiamento radicale a questo settore, che saccheggia risorse ambientali e restituisce poco o nulla alla città”
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Goletta Verde a piazza San Marco, flash mob di volontari, cittadini e turisti di tutte le nazionalità per difendere
\r\n \r\n\r\nCento segnali di divieto d’accesso issati in alto da volontari di Legambiente, turisti di tutte le nazionalità e cittadini, da sfondo la Goletta Verde e slogan di protesta contro il passaggio delle Grandi navi in città. Una gigantografia fotografica dell’assalto alla Laguna da parte delle navi da crociera e lo striscione “Che Vergogna”.\r\n\r\nUn flashmob iniziato alle 12 in piazza San Marco che si è protratto con azioni di informazione e volantinaggio ai tanti curiosi che hanno assistito al blitz dell’imbarcazione ambientalista nel cuore di Venezia per alzare la voce contro l’ennesimo colpo di mani del Governo sulla questione. Proprio per questo da Goletta Verde arriva una nuova bandiera nera ai membri del Comitato Venezia, ovvero del “Comitatone” che hanno espresso parere favorevole alla presentazione del progetto di scavo del canale Contorta – Sant’Angelo alla valutazione d’impatto ambientale. Il poco ambito vessillo che Legambiente assegna a chi si è distinto per progetti o iniziative ai danni dell’ambiente, incombe sui membri del “Comitatone” a partire dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gianluca Galletti, al Presidente Regione Veneto, Luca Zaia, il Magistrato delle Acque, la Provincia di Venezia e l’Autorità portuale di Venezia. Già alla partenza del nuovo viaggio dell’imbarcazione ambientalista, Legambiente aveva assegnato le bandiere al Mose e alle Grandi Navi per l’attacco che rappresentano alla laguna di Venezia.\r\n\r\n \r\n\r\n“Il flashmob di questa mattina testimonia da un lato la presa di coscienza collettiva di un problema sentito come urgente e prioritario per il futuro di Venezia e dall’altro la necessità che la politica e le istituzioni – a tutti i livelli – giungano a una sintesi finale che tenga conto del futuro, senza invocare sotto il nome dell’emergenza finte soluzioni che non risolvono i problemi e escludono il vaglio di soluzioni alternative. Scavare un nuovo canale all’interno della laguna, allo scopo di mantenere lo status quo, ci fa rabbrividire – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto -. L’ipotesi di creare una vera e propria autostrada preferenziale nel canale Contorta Sant’Angelo è una scelta scellerata che si basa su un progetto ambientalmente incompatibile con l’equilibrio lagunare e che tra l’altro ha già ricevuto un primo parere preliminare negativo. Come ambientalisti e come cittadini non possiamo più accettare soluzioni del secolo scorso da parte di una lobby imprenditoriale e politica che di quegli anni sta riproponendo il peggio. I progetti alternativi ci sono, come il nuovo scalo a Marghera, e sono stati già accolti dalla cittadinanza e da personalità importanti che non credono che il futuro di Venezia passi per le grandi navi all’interno della Laguna e soprattutto che l’accoglienza croceristica per questi giganti del mare esca dal cuore della città storica. È ora di imporre un cambiamento radicale a questo settore, che saccheggia risorse ambientali e restituisce poco o nulla ai suoi abitanti”.\r\n\r\n \r\n\r\nSecondo i dati dell’Osservatorio nazionale del turismo, Venezia, Trieste, Savona e Genova sono i quattro porti che registrano più imbarchi e sbarchi rispetto ai transiti. Un mercato turistico, quello delle navi da crociera, che sembra non conoscere crisi nonostante qualche lieve calo registrato tra il 2011 e il 2012, anche in seguito all’incidente della Concordia all’Isola del Giglio. Ma dietro a quella che sembra essere una fiorente economia, si nasconde una minaccia per Venezia e l’intero ecosistema marino. Quello crocieristico è un turismo che a Venezia ha conosciuto una vera e propria escalation grazie a un’esternalizzazione dei costi ambientali e ad un’assenza di regole che ha favorito un “attracco selvaggio”.\r\n\r\n \r\n\r\n“Siamo consapevoli che il tema delle grandi navi sia ovviamente problema complesso e, come tutto ciò che riguarda Venezia, reso ancor più delicato dall’unicità della città e del suo fragile ecosistema – aggiunge Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde. Non possiamo però fingere di non vedere come il modello di sviluppo finora promosso abbia comportato una vera e propria invasione di traffico crocieristico nel cuore di Venezia. Non ci convince nemmeno il principio “lontano dagli occhi lontano dal cuore”: il problema non è oscurare la vista delle grandi navi davanti al campanile più famoso del mondo ma l’accesso e il transito in laguna. Non è possibile nascondere le grandi navi dietro il dito di chi ancora una volta non tiene conto dell’enorme impatto ambientale di grandi opere come quella dello scavo del Canale Contorta, inutili e non risolutive. Vogliamo piuttosto una pianificazione strategica della città, partendo dalla necessaria riqualificazione e bonifica del territorio; vogliamo immaginare la Venezia del futuro, vogliamo giocare una sfida importante, non solo sulla vergogna degli inchini al campanile delle grandi navi, ma sul recupero di aree e identità, sulla ridefinizione degli spazi, sull’idea di città che vorremmo realizzare”.\r\n\r\nVenezia, inoltre, convive con uno dei S.I.N. (Sito d’Interesse Nazionale) più estesi d’Europa, un’enorme area contaminata in abbandono e da bonificare che occupa una superficie a terra di 3.221 ettari, mentre quella relativa alle porzioni in mare è di 2.200 ettari, cui si aggiungono ulteriori 350 ettari di canali portuali. Per questo con il blitz di oggi Legambiente ribadisce l’attenzione ad uno sviluppo portuale che interagisca con la riqualificazione urbanistica delle aree degradate della città.\r\n\r\nFonte: Legambiente