Come si presenta il panorama culturale e musicale sardo?\r\nÈ un panorama vivace, con proposte interessanti e con molta energia percepibile ovunque in giro per l’isola.\r\n\r\nQuali i motivi di continuità e di differenza rispetto alle precedenti edizioni del festival?\r\nAbbabula stessa è la continuità, con un cartellone sempre attento alla qualità e alla musica d’autore, il trait d’union del nostro festival. La differenza che vedo sta nel tentativo sempre maggiore di migliorare di anno in anno, soddisfacendo il pubblico e migliorando il servizio offerto. È il pubblico il principale opinion leader, colui che decide.\r\n\r\nQuali criteri avete usato per la scelta degli eventi?\r\n\r\nAbbabula è un contenitore abbastanza standard dove ci sono degli eventi principali, con gli head liners che si esibiscono dopo le 21.00; e poi una serie di eventi collaterali dal primo al tardo pomeriggio, dove vengono proposti artisti giovani, promesse della musica, artisti su cui noi scommettiamo come festival, nella speranza che possano diventare le star del domani.\r\n\r\nQuali gli spettacoli su cui puntate?\r\n\r\nNoi puntiamo su tutto, crediamo in tutto ciò che facciamo; è chiaro che in questa edizione investiamo la maggior parte delle risorse su Veloso, considerando che oltre a Bollani è l’unico a concerto a pagamento.\r\n\r\nA che tipo di pubblico vi rivolgete?\r\n\r\nCome si deduce dal cartellone di quest’anno, Abbabula si rivolge a tutte le generazioni, una sorta di contenitore audio che attraverso le cuffie dialoga con un bambino, un adolescente, un adulto e un anziano. La nostra mission è quella di parlare a tutte le generazioni.\r\n\r\nCosa vi aspettate?\r\n\r\nUn pubblico che si diverta e che condivida con noi le emozioni dello spettacolo dal vivo.