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“Fino al mio ultimo respiro e anche più in là, crederò solo alla potenza dell’amore, delle risate e della vendetta. È lei ad aver guidato i miei passi in mezzo alle disgrazie, per oltre un secolo, e devo dire di non avere rimorsi, nemmeno oggi che sto per essere abbandonata dalla mia vecchia carcassa e mi preparo a scendere sottoterra. Tanto vale ammetterlo subito: io non ho niente della vittima. Certo, sono contro la pena di morte, come tutti. Tranne quando sono io ad applicarla. L’ho fatto qualche volta in passato, per amministrare la giustizia ma anche per sentirmi bene con me stessa. E non me ne sono mai pentita. Nel frattempo non permetto a nessuno di pestarmi i piedi, nemmeno a Marsiglia, la mia città, dove la gentaglia pretende di dettare legge.\r\nL’ultimo ad averlo imparato a sue spese è stato un teppistello: era quasi mezzanotte, tirava un vento da portare via le barche e per strada non c’era anima viva. All’altezza di place aux Huiles, quando con un’occhiata veloce alle mie spalle l’ho visto in procinto di superarmi, mi sono voltata di scatto e gli ho puntato contro la mia Glock 17. È una calibro nove a diciassette colpi, un gioiellino.\r\n«Non hai niente di meglio da fare che scippare le ultracentenarie, pezzo di merda?» gli ho urlato.\r\n«Ma signora, non ho fatto niente io, non volevo fare niente di male, lo giuro.»\r\nSaltellava da un piede all’altro, come una bambinetta con la corda.\r\n«La sai la regola?» ho detto. «Chi giura è sempre colpevole.»\r\n«Ma no, sbaglia di brutto signora. Facevo soltanto due passi.»\r\n«Sentimi bene, stronzetto. Con questo vento, se sparo non se ne accorge nessuno. Quindi non hai scelta: se vuoi salva la vita, molla subito la borsa con tutta la robaccia che hai rubato oggi. La passerò a qualche bisognoso.”
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