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\r\nUn secolo di piccole e grandi storie italiane, raccontate dalla voce piana e ispirata di Giuseppe Sgarbi, farmacista, amante di poesia, grande cacciatore e padre di due protagonisti della nostra scena culturale come Vittorio ed Elisabetta. Le sue memorie raccontano di una campagna antica e nobile al confine tra due terre ricche di storia come Veneto ed Emilia, in uno dei più famosi mulini dell’area del Po: il primo alimentato dall’elettricità e non dalla forza dell’acqua. Un racconto evocativo, appassionato e appassionante che dalla fine della Grande Guerra arriva ai giorni nostri, rileggendo, senza mai perdere vivacità e freschezza, alcune tra le pagine più intense del nostro Novecento. Compagno di strada e avventure, grande suggeritore ed evocatore di immagini, e testimone privilegiato, il Po: amico, confidente, fratello. Un grande fiume lungo i cui argini scorrono le storie senza tempo di una compagnia di indimenticabili personaggi.\r\n\r\n \r\n\r\n“Soltanto ora, dopo quarant’anni, scopro il padre che non conoscevo e della cui storia non ero stato, se non episodicamente, curioso, per troppa diversità di carattere. Così, non convinto di particolari sorprese, ma pieno di affetto e di riconoscenza per quello che mi ha consentito di essere, ho iniziato a leggere Lungo l’argine del tempo, il libro che avete in mano. Fin dalle prime pagine ho provato emozione, entusiasmo, soddisfazione, e poi compiacimento per le rivelazioni e per lo stile, preso dal racconto di tante storie che non conoscevo. Ma anche un’ironia, un’intelligenza, una curiosità, un amore per la vita, un entusiasmo, una vitalità che mi erano del tutto sconosciuti. Tanti episodi sorprendenti e una visione del mondo così fresca, così giovane, oggi per allora. Mio padre scrive solo ora, a novantadue anni, ma tutti gli episodi che racconta sono davanti a noi.”\r\n\r\nVittorio Sgarbi\r\n\r\n \r\n\r\n“La lettura di Lungo l’argine del tempo è stato un tunnel di interminabili specchi, in cui mi sono vista sbalzata e moltiplicata nella sua vita. E i racconti orali, trasferiti nella magia della pagina scritta, avevano acquistato una forma, diventavano – loro e lui, mio padre – eventi e personaggi più grandi della vita vissuta. La scommessa era vinta. Mio padre è uno scrittore.”\r\n\r\nElisabetta Sgarbi\r\n\r\n Fonte: Alba Donati