L’appartenenza è un titolo di gaberiana memoria, c’ è un qualche rimando/omaggio?\r\n\r\nIn realtà nessuna. Me l’hanno chiesto in tanti ma onestamente non avevo l’intenzione di rifarmi a lui, è stata solo una coincidenza!\r\n\r\nQuanto l’essere stato un giornalista ha influenzato il suo sguardo sulla realtà?\r\n\r\nBeh, sicuramente il piglio del cronista. Mi sono occupato per anni di inchiesta e questo mi torna utile quando devo fare qualcosa su argomenti specifici. Ad esempio, per scrivere il brano che ho dedicato a Don Puglisi, ho fatto numerose ricerche per avere più informazioni possibili su un personaggio complesso e interessante.\r\n\r\nLa musica è strumento per lei di impegno civile?\r\n\r\nNon sempre in realtà, io posso parlare per me e nel mio caso sicuramente lo è. Io penso che ogni canzone, ogni melodia e ogni testo, possano esprimere qualcosa. Non si parla necessariamente di politica ma di partecipare alla società in cui si vive.\r\n\r\nChe ruolo ha e dovrebbe avere l’impegno civile per un cittadino comune?\r\n\r\nChi vive in una comunità dovrebbe in qualche modo parteciparvi, indipendentemente dal ruolo che ognuno ha. È ovvio che è facile stare la finestra e guardare ma se si vuol far parte di un mondo civile bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare anche solo per lasciare qualcosa. Io ho scelto di farlo attraverso la musica.\r\n\r\nC’è una differenza di accoglienza negli altri paesi europei verso la musica?\r\n\r\n“Vivo all’estero ormai da molti anni, la differenza rispetto all’Italia è che in altri paesi c’è ancora un’attenzione particolare a certi tipi di musica. La canzone d’autore, che in Italia negli anni 60/70 raccontava “lo spirito del tempo” ora è diventata di nicchia. Sono cambiati i tempi e la cultura e molti cantautori come me hanno deciso di andare all’estero riscuotendo un notevole successo. La speranza è che si ritorni ad apprezzare certi tipi di musica anche nel nostro paese.”\r\n\r\nIn che modo le culture che hai incontrato ti hanno segnato/modificato/arricchito?\r\n\r\nViaggiare e venire a contatto con culture diverse sicuramente ti da una visione diversa del mondo, mi ritengo fortunato per aver avuto la possibilità di vedere e conoscere mondi diversi grazie al mio lavoro. C’è sempre qualcosa di nuovo da fare, da provare e finchè avrò la curiosità e un pubblico che mi ascolta andrò avanti a fare quello che amo.\r\n\r\nCosa ti proponi con questa tua nuova avventura musicale?\r\n\r\nNulla di più di quello che ho sempre fatto in realtà: comunicare il mio mondo interno attraverso la mia musica. C’è un filo che mi lega al mio pubblico ormai da anni, un linguaggio attraverso il quale riusciamo a capirci e a trasmetterci emozioni. Fino a quando amerò quello che faccio e avrò un pubblico disposto da ascoltarmi continuerò a farlo.\r\n\r\nIntervista di: Elena Torre