Quattro ore a Natale. In una Bari underground affogata nell’odore di pesce arrostito e frittura, cinque vite comuni, in mezzo a tutte le altre, aspettano la mezzanotte; ognuna trascinandosi dietro la propria umanità quasi borderline, eppure così uguale a tante altre per meschineria e volgare inconsistenza. Queste vite orbitano intorno alla Sala Bingo Omero, rifugio di anziani alla ricerca di sballo festivo e delinquenti ai domiciliari con parentado al seguito che l’hanno eletta a una sorta di loro quartier generale. Vincenzo Lomunno, pizzetto biondo platino, impiegato nella sala, dovrebbe prendere servizio a mezzanotte in punto e l’idea di passare quattro ore con due figli pestiferi, la moglie incinta oversize e i suoi parenti non lo sfiora per nulla: ha escogitato il modo per andare a spassarsela in quel quartiere simil-Bronx fuori dal mondo reale che è Enziteto. Una cosa è certa: il suo sarà davvero un Natale indimenticabile … Roberto, trentatré anni, “come Cristo”, stempiature in agguato, laurea in filosofia, è di turno al Bingo già in prima serata; ha deciso che alla sua di passione sta per mettere fine a brevissimo. Ma ancora per stasera deve andare all’Omero, ha un appuntamento col destino … Antonio Micunco, per tutti ‘U Mazz “per il suo fisico scheletrico da eroinomane” Tony come Tony Montana per Michela, la … disinibita ragazza del bingo che si scopa di tanto in tanto, ha prima il dovere da sbrigare quella notte e poi il piacere da godersi proprio con la suddetta gentildonna. Il direttore della sala, il patetico Carmine Ametrano, passerà invece l’intera serata in attesa. Non della nascita del Bambinello – sia inteso – ma che Miky (ovvero la sua dipendente Michela, sì proprio quella di prima!) lo raggiunga a casa, scarti i regali che lui ha messo per lei sotto l’alberello Ikea e si esibisca in una bella performance delle sue. E poi c’è lei, appunto, Michela Bellomo, appariscente e volgare, un fidanzato da qualche parte e diversi amanti più o meno occasionali da incastrare in quelle poche ore prima del turno in sala, tra corse in macchina con Crì, un salto veloce a casa, sms e bugie. La mezzanotte sorprenderà tutti come nessuno di loro avrebbe immaginato … Intanto, mentre le auto stracolme di panettoni, buste della spesa e regali intasano il traffico, “il lungomare si srotolava come un tappeto oleoso di bagliori e ombre multicolori. Dall’alto la città era uno spettacolo di luci e vorticosi addobbi, insegne e sfumature colorate”…\r\n\r\nUn piccolo affresco minimal è il romanzo d’esordio del barese Raffaello Ferrante, diversi contributi in antologie di racconti alle spalle e l’esperienza importante con SIC e il romanzo In territorio nemico. Piccoli e agili capitoli sgranano un breve conto alla rovescia fino alla mezzanotte di Natale, scandito da episodi di vite comuni che cercano di soffocare i pensieri nei piaceri più immediati e ingannevoli, e che appartengono ad una delle molte facce di Bari, città complessa e multistrati, grande e caotica come un capoluogo, provinciale come un paese per certi versi, inquietante come certe periferie per altri. In Orecchiette cristmas stori , che fin dal titolo con un sorriso fa il verso a racconti di sobborghi italoamericani, la città è ancora protagonista dietro le ambizioni legittime e frustrate di un neolaureato che vi si sente soffocare, dietro il piccolo balordo che solo sfrecciando sul suo motorino truccato può sentirsi vivo, dietro la cucina delle tradizioni (raccontata con cura nel romanzo) che è patrimonio culturale che si tramanda nelle famiglie e non si tradisce perché è una delle poche certezze che resiste ancora. È una lettura divertente questa, soprattutto grazie al linguaggio ricco di inflessioni, espressioni, modi e toni del parlato locale e ovviamente anche lo stile, efficace e vivido, è abilmente funzionale alla storia. Il pregio di questo romanzo è nel suo essere sostanzialmente trasversale: piacerà a chi vorrà leggerne l’aspetto da commedia, ci sarà chi apprezzerà l’aspetto più “pepato” al limite del trash nelle descrizioni di personaggi e situazioni e chi coglierà la nota malinconica che, in certo modo, appartiene ad una vaga sfumatura autobiografica dell’autore, o chi si divertirà a riconoscere abitudini, scorci di paesaggi e personaggi tipici di certa … fauna locale. La brevità – caratteristica della Collana Little Walter all’interno del catalogo Round – permette una lettura agile anche a chi non è abituato a leggere molto. Un piccolo libro godibile per tutti, insomma; si astengano solo pedanti bigotti della lettura, allergici a racconti di strada non edulcorati.\r\n\r\nOrecchiette Christmas stori\r\n\r\nRaffaello Ferrante\r\n\r\nRomanzo\r\n\r\nCasa Ed. : Round Midnight Edizioni 2013\r\n\r\nArticolo di: Alessandra Farinola
[…] Orecchiette christmas stori recensito da Alessandra Farinola su Dasapere.it […]