Lorenzo Materazzo è pianista musicista e musicologo originario di Teramo, il cui nuovo disco “NOWHERE” (perfetta fusione di musica classica ed elettronica) è disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming dal 12 novembre. Noi l’abbiamo incontrato.\r\n\r\nLa musica è un linguaggio universale come si può passare da quella classica a quella elettronica?\r\n\r\nClassica ed elettronica sono due mondi più vicini di quanto sembri, penso ad esempio all’incessante ricerca sonora dell’elettronica che ricorda la continua ricerca di perfezione della classica. Nel mio caso è stato un passaggio del tutto naturale e contaminare classica con elettronica è venuto spontaneo nel mio percorso artistico.\r\n\r\nSi può educare l’orecchio?\r\n\r\nCertamente. Purtroppo nel nostro paese manca questa importante fase di preparazione: la televisione ad esempio potrebbe fare moltissimo, semplicemente trovando il modo di far ascoltare ai ragazzi la musica classica, come avviene in altri paesi culturalmente più evoluti del nostro. Siamo stati la patria della cultura, ma oggi abbiamo tanto da imparare dagli altri.\r\n\r\nIn Italia nelle scuole ci sono sempre meno ore di insegnameto di questa materia… come poter sopperire?\r\n\r\nNel mio piccolo cerco di far appassionare i ragazzi e trasmettere l’amore che provo per la musica. Credo che se i docenti fossero un po’ meno annoiati andrebbe tutto meglio.\r\n\r\nNowhere significa in nessun luogo ma anche now ed here è forse un omaggio anche all’attimo presente?\r\n\r\nSì è così. È proprio “in nessun luogo” che si trova la mia musica: nasce e resta nella mente, in un momento di crisi dell’arte che rispecchia quello che stiamo vivendo adesso.\r\n\r\nCome nasce questo tuo lavoro e c’è una chiave privilegiata d’ascolto?\r\n\r\n“Nowhere” è il frutto degli ultimi due anni di lavoro, ma al suo interno ho inserito anche musiche che in embrione esistevano da molto prima. C’è tutta la mia vita al suo interno. Credo sia un album da ascoltare con attenzione in cuffia, anche più volte, per cogliere le piccole sfumature, frutto della ricerca sonora che c’è dietro ad ogni brano.