Nella Londra degli esuli russi anti-Putin, la triplice spia Litvinenko è vittima di un avvelenamento nucleare il primo novembre 2006. La notizia e le foto di Litvinenko fanno il giro del mondo.\r\n\r\n \r\n\r\nC’era un clima insolitamente mite per un inverno inglese, e il 1° novembre 2006 – il giorno in cui Alexander “Sasha” Litvinenko cominciò a morire – non faceva eccezione. Quello era il giorno della resa dei conti, ma come spesso accade in materia di spie, la vittima era l’ultima a saperlo.\r\n\r\n \r\n\r\nCome in un racconto di Le Carré, il capo cronista del “New York Times” che ha seguito il caso mette in scena la storia della vita pericolosa e della morte di Sasha Litvinenko, la spia uccisa con un audace attentato con il polonio-210 nel centro di Londra: il più misterioso assassinio dell’era post-Guerra Fredda. \r\n\r\nLe indagini di Sasha sull’omicidio di Anna Politkvoskaya, le trame degli oligarchi della nuova Russia, i segreti della guerra cecena, gli intrighi del KGB, il club dei dissidenti anti-Putin in esilio nelle capitali europee, i rapporti con l’italiano Marco Scaramella… disegnano la trama di una straordinaria spy story.\r\n\r\nL’autore non trae conclusioni certe, solleva nuovi quesiti e sottolinea la necessità di fare chiarezza sul caso, per cui Marina Litvinienko sta ancora chiedendo giustizia. \r\n\r\n \r\n\r\nNew York Times https://www.nytimes.com/2008/