\r\n\r\nArrivano sulla scena musicale la band HILIMONI, che hanno pubblicato da poco l’omonimo album d’esordio.\r\n\r\nHilimoni uniscono le tipiche sonorità pop-rock statunitensi con la lingua italiana; i 10 brani che compongono “Hilimoni” sono caratterizzati da suoni essenziali e testi diretti ed immediati, e narrano la vita dei 4 giovani componenti del gruppo, i loro amori, gli amici, i bar di periferia. Due dei componenti della band fanno inoltre parte dei Rumatera, punk band che canta in dialetto veneto. Produttori artistici dell’album sono Cristian Milani e Roberto Vernetti.\r\n\r\nQuando quattro amici diventano Hilimoni?\r\n\r\nQuando si ritrovano con abbastanza materiale per iniziare un nuovo progetto, cominciano a suonare le canzoni in sala prove e sentono la forte energia che c’è quando qualcosa di importante sta per nascere.\r\n\r\nDa dove avete tratto questo insolito nome?\r\n\r\nIl nome HILIMONI è stato in parte suggerito da Erik Zuin, pittore, musicista e formidabile matematico della Riviera del Brenta, con il quale da sempre collaboriamo. Fuori dalla nostra sala prove è pieno di piante di limoni, a noi piace ”limonare”…, quindi è un buon auspicio per iniziare una nuova avventura. Abbiamo aggiunto HI soprattutto perché gli dà una freschezza quasi tropicale, rende il nome unico e volendo si può usare anche senza l’articolo davanti, diventa un singolare, il gruppo è una cosa sola.\r\n\r\nDall’inglese all’italiano il passo è stato breve? Quali i vantaggi e le difficoltà?\r\n\r\nIl passo è stato molto naturale. Non è semplice scrivere in italiano se decidi di farlo come imposizione. Abbiamo aspettato che ci venisse in maniera naturale. In ogni caso continuiamo a scrivere pezzi in inglese e in dialetto veneto, per gli altri nostri progetti. I vantaggi e le difficoltà sono sempre uguali a livello di impegno. Ovvio che rispetto all’inglese le nostre canzoni hanno effetto più immediato per chi ci sta attorno.\r\n\r\nCome raccontate la realtà che vi circonda?\r\n\r\nCerchiamo di raccontarla con semplicità e amore. Vogliamo bene ai nostri posti e a chi ci sta attorno. Per molti non sarà nulla di speciale ma per noi è pura magia.\r\n\r\n\r\nCosa vi incuriosisce?\r\n\r\nSiamo dei curiosi della vita, in tutte le sue forme. Ovvio che abbiamo una particolare curiosità per le nostre emozioni e per quelle di chi sta vicino a noi, ma sogniamo in grande e come abbiamo avuto la fortuna di fare in passato, sarebbe bello esplorare il mondo grazie alla nostra musica e arricchirci di emozioni nuove da tradurre in suono.\r\n\r\nCon quale criterio avete selezionato i brani per questo vostro disco d’esordio?\r\n\r\nAbbiamo selezionato i brani che ci emozionavano di più alle prove, quelli di cui non ci stancavamo di ascoltare i provini. Successivamente anche i nostri produttori Cristian Milani e Roberto Vernetti ci hanno aiutato a selezionare i brani che ci rappresentano al meglio. Per il nostro primo lavoro discografico come Hilimoni era molto importante.\r\n\r\nQuanto le vostre radici vi influenzano?\r\n\r\nMolto, siamo legati al nostro territorio, alla nostra gente, a tutto quello che abbiamo seminato negli anni. Sentiamo che oltre alla musica in sé, quello che abbiamo fatto nel tempo grazie alla nostra passione è stato creare un capitale sociale molto attivo. La Grande V, la nostra etichetta è una grande famiglia. Organizziamo anche un festival ogni anno nel nostro paese che si chiama “Cazzago sitis laif festival” dove vengono migliaia di giovani anche da fuori regione. Si è creata nel tempo una positiva rete di amicizie e collaborazioni alla quale non potremo rinunciare mai.\r\n\r\nCosa via spettate da questa avventura discografica?\r\n\r\nDi sicuro una crescita artistica, ogni nuova esperienza porta ad una nuova conoscenza. Speriamo di migliorare come artisti e di divertirci facendo quello che ci piace. Stiamo già pensando al secondo album!\r\n\r\n \r\n\r\nIntervista di: Elena Torre\r\n\r\n \r\n\r\n