Breve è stata la vita dell’autore appena 35 anni, ma intensa a volte misteriosa, misteriosa come la sua morte avvenuta in circostanze non del tutto chiare, e che è stata oggetto di un libro di Andrea Camilleri uscito recentemente.\r\n\r\nNapoletano di nascita avvenuta nel 1900, presto si trasferisce a Torino dove trascorrerà un periodo di stenti come operaio della Fiat, si trasferirà poi a Milano, la città che vedrà la sua creatività, come critico d’arte, gallerista, filosofo e scrittore.\r\n\r\n“La città degli uomini d’oggi” è una profonda riflessione sulla condizione dell’uomo del suo tempo, che non riesce a vedere la bellezza della natura, dove ogni sentimento è stravolto non esistono più i valori.\r\n\r\nCredo che parte della sua tristezza espressa in queste pagine sia dovuta all’orribile avventura della prima guerra mondiale ed il successivo avvento del fascismo. Di grande rilevanza di queste brevi pagine lo ritroviamo nel “dialogo dell’autore e di un lettore”dove vengono evidenziate le ombre ed i mali che costellano la natura umana con i suoi vizi tali da non saper discernere tra il bene ed il male, arrivando persino a giustificarlo.\r\n\r\nIl capitolo sulla “città cubica” è una esortazione all’amore universale e all’unità fra gli uomini perché è l’unico mezzo per una elevazione comune.\r\n\r\nNel “commiato l’autore si rivolge al lettore chiamandolo “caro” e gli offre il libro come dono d’amore, e chiede di essere accolto.\r\n\r\n \r\n\r\nEdoardo Persico “La città degli uomini d’oggi”\r\n\r\nEd. Hacca\r\n\r\nArticolo di: Duilio Torre