Perché rileggere Canto di Natale? Perché i libri ben scritti dovrebbero far parte del bagaglio culturale di ciascuno di noi, perché Charles Dickens era un romanziere e perché tutte le sue opere, in cui confluiscono forti gli echi di un’infanzia mai del tutto trascorsa, sono spia di una silenziosa ma potente presa di posizione contro l’ingiustizia e l’egoismo degli uomini. Canto di Natale non solo conta di una prosa perfetta e appassionante, ma è anche un libro divertente, che riesce sorridendo a far riflettere e nella migliore delle ipotesi, cambiare. Quando nacque Dickens nel 1812 in Inghilterra non si viveva certo come oggi e se si era poveri spesso chiedere l’elemosina era l’unica possibilità per poter mangiare, a meno che non si avesse la fortuna di poter “onestamente” lavorare dodici ore al giorno in fabbrica. Il padre di Dickens per non essere stato in grado di pagare un debito di quaranta sterline e dieci scellini fu incarcerato e Charles lasciò la scuola per lavorare sei mesi in una fabbrica. Proprio lì conobbe quelli che sarebbero stati i modelli per molti dei suoi personaggi e proprio lì nacque Ebenezer Scrooge, l’indimenticabile protagonista di Canto di Natale. Fate molta attenzione quando aprirete questo prezioso volume, inavvertitamente potrebbero scivolare dalle pagine sogni, note, rumori, ricordi e…fantasmi.\r\nNell’edizione proposta da Piemme trovano spazio le illustrazioni di Fabio Visintin, che in una sorta di legenda arricchiscono il lettore di notizie, curiosità e spunti di approfondimento. Impariamo così a conoscere, a contorno della splendida storia di Scrooge, il nome scientifico del furetto, gli arbori della letteratura gotica, il cuore romano di Londra e molto altro ancora.\r\n\r\nArticolo di: Elena Torre\r\n\r\n