Eva Poles, voce indimenticabile dei Prozac+ e storica componente dei Rezophonic. Educata a punk e musica classica, si presenta sulla scena come una voce fuori dal coro nel panorama musicale italiana. L’abbiamo incontrata: ecco cosa ci siamo dette.\r\n\r\nCantante, compositrice, autore, disc jockey quale la definizione che ti calza meglio?\r\nLe prime due le sento piu’ comode!\r\n\r\nCos’è la sperimentazione per te?\r\nE’ la capacità di interessarsi alle cose, il che è uno stile di vita, un modo di essere. La migliore medicina contro la noia ed anche la dimensione che mi appaga di più.\r\n\r\nQuale il modo migliore oggi per trasmettere ciò che siamo e che vogliamo dire?\r\nNon credo negli assoluti, così non penso esista un modo migliore o peggiore per chiunque, ma piuttosto immagino che ognuno abbia bisogno di trovare il proprio…la propria voce .\r\n\r\nCosa hai mutuato in questa tua avventura di solista dai dei Prozac+?\r\nL’esperienze che maturiamo costituiscono il nostro background, i Prozac+ sono stati per molti anni la mia passione e la mia famiglia, perciò chi sono oggi, è anche frutto di ciò che sono stata ieri, nel bene e nel male.\r\n\r\nDurante il tuo percorso hai incontrato molti nomi del panorama musicale italiano contemporaneo cosa hai preso e cosa hai dato loro?\r\nSono stata davvero fortunata, ho avuto l’opportunità di conoscere e divenire amica di molti artisti che stimo e dai quali credo di aver imparato molto, molto spesso anche solo per vicinanza sono stata contagiata dal loro entusiasmo e senza\r\n\r\nCosa pensi dei giovani che decidono oggi di scegliere la musica come strada?\r\nChe sono o estremamente coraggiosi, o estremamente ottimisti.\r\n\r\nCosa ti aspetti da questa nuova avventura musicale?\r\nNon mi aspetto nulla… spero molto!\r\n\r\nSi può parlare di un concept album?\r\nImmagino di si. Anche se DURAMADRE non è stato concepito come un concept album, il risultato finale porta in questa direzione.\r\n\r\nIntervista di: Cinzia Ciarmatori\r\nFoto: Maurizio Camagna