Roberto Andò, vince con il romanzo Il trono vuoto il Premio Vittorini Opera Prima. Il riconoscimento gli verrà conferito lunedì 2 luglio al Teatro greco di Siracusa (ore 20,30). Andò racconta un problema all’ordine del giorno dell’Italia di oggi: la crisi del maggiore partito d’opposizione, il calo dei consensi, le possibili alternative. Il trono vuoto è una fuga visionaria nel cuore malato della politica italiana, nella sua latitanza. Il segretario del partito, Enrico Oliveri, dopo un annuncio catastrofico di sondaggi d’opinione, d’improvviso scompare. Si è segretamente rifugiato nell’appartamento parigino dove vive la sua vecchia amica Danielle con il marito Mung, celebrato regista, e la piccola Helen, la loro figlia. A Roma, la sua eminenza grigia, Andrea Bottini e la moglie, Anna, continuano ad arrovellarsi sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. E’ Anna a evocare a questo proposito il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale segnato dalla depressione bipolare. Andrea decide di incontrarlo e ne resta talmente soggiogato da iniziare a vagheggiare un progetto che ha la trama vertiginosa di un azzardo: farne il sostituto dello scomparso. Ernani sale sul palco e parla una lingua diversa, colpisce, sorprende. Qualcuno inizia a sperare di nuovo. E’ l’inizio di un misterioso e irresistibile passo a due, in cui s’intrecceranno il pubblico e il privato di un uomo politico, e a sdoppiarsi, oltre ai due segretari – il vero e il falso – saranno le loro due vite, ambiguamente confuse nel talento, e nell’amore per la stessa donna, in un match a distanza la cui posta in gioco è la verità e la finzione del potere. Il trono vuoto è un potente affresco sul nostro paese fermo sul ciglio del baratro, e una favola filosofica sulla rifondazione della leadership in un paese malato. Un romanzo sulla politica – nel solco della grande tradizione letteraria dei vari Sciascia e Volponi – su ciò che dalla politica viene rimosso, il legame con le oscurità della psiche, il suo debito, negato, con i misteri della vita.\r\n\r\nRoberto Andò è nato a Palermo nel 1959, è regista di teatro di prosa, lirica e cinema. Tra i suoi film Il Manoscritto del Principe (2000), con Michel Bouquet e Jeanne Moreau, dedicato agli ultimi anni di vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Sotto falso nome (2004), interpretato da Daniel Auteuil e Anna Mouglalis e Viaggio segreto (2006), ispirato al romanzo di Josephine Hurt The recostructionist, con Alessio Boni, Donatella Finocchiaro, Emir Kusturica. In teatro ha di recente messo in scena Il Dio della carneficina di Yasmina Reza, con Silvio Orlando, Anna Bonaiuto, Alessio Boni e Michela Cescon. Il trono vuoto è il suo primo romanzo.\r\n\r\nFonte: Ufficio stampa Bompiani: Alba Donati/Davis& Franceschini