Analisi delle acque, monitoraggio del territorio e tanta informazione ai cittadini. Oggi parte la Goletta dei laghi di Legambiente per il suo consueto tour annuale a tutela del prezioso e delicato ecosistema lacustre nazionale. Una campagna itinerante, realizzata con il contributo del Consorzio Obbligatorio Oli Usati, che dal 2006 interessa i maggiori laghi della penisola e vede la collaborazione di cittadini e amministrazioni per la tutela di un patrimonio troppo spesso minacciato da inquinamento, illegalità, speculazioni edilizie, scarichi abusivi e tentativi di privatizzazione.\r\n\r\nCresce anno dopo anno il numero degli specchi d’acqua esaminati. Questa edizione ne prevede 17, distribuiti in 11 Regioni. Si comincia dalla Lombardia con i laghi d’Iseo e di Como, per proseguire in Piemonte, Veneto e Trentino Alto Adige con il lago Maggiore e il Garda, il lago dell’Accesa in Toscana, il Trasimeno e il lago di Piediluco in Umbria, il lago di Fiastra nelle Marche, lo Scanno in Abruzzo, i laghi di Cecita e di Ariamacina, l’Arvo e l’Ampollino in Calabria. In Sicilia si terrà un focus sui laghi regionali. In chiusura, i laghi laziali di Albano, Bolsena e Bracciano. I comuni coinvolti saranno circa 300.\r\n\r\n“Ad oggi scarichiamo in mare, nei laghi e nei fiumi il 30% delle acque di fogna senza depurarle – spiega Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente – un dato che interessa circa 18 milioni di italiani. La Goletta dei laghi viaggia con l’obiettivo di difendere la ricchezza ambientale e sociale dei nostri laghi, per tutelarne le specie vegetali e animali, per informare, sensibilizzare e incentivare le buone pratiche di gestione delle coste e della biodiversità. Lo scorso anno, i nostri tecnici hanno rilevato in sei laghi analizzati 41 punti critici, di cui 32 fortemente inquinati, cioè con una concentrazione di batteri fecali pari almeno al doppio del limite concesso dalla legge. Vogliamo evidenziare i pericoli per gli ecosistemi e per il territorio degli scarichi abusivi e dei deficit di depurazione. Mancanze di cui, purtroppo, si è reso complice il recepimento della direttiva europea 2006/7 che ha reso più permissivi i criteri che determinano la balneabilità”.\r\n\r\n \r\n\r\nEcco perché per analizzare lo stato delle acque lacustri i tecnici di Legambiente effettueranno oltre 100 campionamenti. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche sono eseguite direttamente in sito con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili il giorno stesso o comunque entro le 24 ore dal prelievo.\r\n\r\nAl suo passaggio, la Goletta dei laghi consegnerà, inoltre, come di consueto le bandiere nere, per denunciare forme di abusivismo edilizio e ambientale. Amministratori pubblici, affaristi e manager del mattone che, non tenendo conto della normativa urbanistica, concorrono alla deturpazione dell’ambiente e del paesaggio, si vedranno recapitare questi riconoscimenti, tutti al negativo.\r\n\r\nPer promuovere iniziative ed eventi mirati a diffondere e valorizzare sempre di più la tutela del nostro patrimonio lacustre Goletta dei laghi viaggia insieme a Living Lakes Italia, la rete per la salvaguardia e la valorizzazione dei laghi italiani che fa parte del network internazionale Living Lakes coordinato da Gobal Nature Fund. Attualmente aderiscono al progetto 10 tra i maggiori laghi italiani e varie associazioni tra cui Legambiente.\r\n\r\nAnche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione” spiega il presidente del COOU Paolo Tomasi. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto – continua Tomasi – questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. “Con la nostra attività di comunicazione – conclude il presidente del COOU – cerchiamo di modificare i comportamenti scorretti di chi crede che piccole quantità di olio lubrificante disperse nell’ambiente provochino poco inquinamento”.\r\n\r\nFonte: Legambiente