Greenpeace accoglie con favore la sentenza emessa ieri dalla Sesta sezione del Consiglio di Stato, che respinge per inammissibilità il ricorso con cui la Regione Veneto ha chiesto di revocare la sentenza dello stesso Consiglio di Stato del 17 maggio 2011. Con quel pronunciamento fu dichiarato illegittimo il decreto del ministero dell’Ambiente che stabiliva la compatibilità ambientale del progetto Enel di conversione a carbone della centrale termoelettrica a olio combustibile di Porto Tolle, in provincia di Rovigo.\r\n\r\n“Si tratta di un primo passo positivo nella direzione che Greenpeace, insieme ad altre associazioni ambientaliste e a operatori turistici e balneari, associazioni di pescatori e cittadini, persegue da tempo” – dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace. “La sentenza con cui il Consiglio di Stato bocciò il progetto Enel, lo scorso maggio, – continua Boraschi – resta in piedi. Le scomposte manovre della Regione Veneto per revocarla, nell’interesse di un’azienda anziché dei cittadini, sono state bloccate dai giudici”.\r\n\r\nIl passaggio decisivo per la vicenda della conversione a carbone dell’impianto di Porto Tolle si avrà ora il prossimo 22 maggio, quando in sostanza il Consiglio di Stato sarà chiamato a decidere sulla compatibilità della sentenza del maggio 2011 con le norme “ad centralem” approvate la scorsa estate da Regione Veneto e Governo nazionale.\r\n\r\nGreenpeace pone massima fiducia nell’equilibrio e nell’imparzialità dei giudici. Quelle leggi – approvate solo per consentire la realizzazione di un progetto altrimenti già bocciato dalle risoluzioni della magistratura – rendono di fatto la normativa italiana incompatibile con quella europea in materia di Valutazione d’Impatto Ambientale sulle infrastrutture energetiche.\r\n\r\nFonte: Greenpeace